Non sono mancati, nei giorni scorsi, gli slanci di solidarietà nei confronti delle vittime del terremoto. E mentre la terra trema ancora in Siria e in Turchia, la Svizzera ha deciso di velocizzare la procedura per ottenere un visto. Si tratta di un permesso turistico, valido al massimo per 90 giorni, che permette di alloggiare temporaneamente presso un familiare (senza però beneficiare di alcun aiuto sociale).
La procedura velocizzata prende il nome di "fast track", ed è valida solo per chi proviene dalle zone colpite dal sisma e che ha parenti stretti in Svizzera (nonni, genitori, figli, nipoti, coniugi - svizzeri o con un permesso B o C). Toccherà poi ai Comuni valutare la solvibilità del parente che vive in Ticino, che farà da garante.
Una situazione dunque ben diversa rispetto ai profughi ucraini, che beneficiano di uno stato di protezione speciale, che prevede una serie di sostegni sociali e la possibilità di lavorare.
Le prime domande di visto per la Svizzera, da parte dei terremotati in Turchia e Siria, sono già state presentate. Non ancora per il Ticino. L'Ufficio cantonale della migrazione si attende che arriveranno nelle prossime 2-3 settimane.