Gli incendi forestali in Brasile, specialmente in Amazzonia, sono aumentati da gennaio ad agosto dell'82% rispetto allo stesso periodo del 2018. L'agenzia spaziale brasiliana (INPE) ne ha contati 72'000 da gennaio, 9'500 dei quali scoppiati solo nell'ultima settimana. Si tratta dei numeri più alti dal 2013, quando iniziarono le rilevazioni, con il 52% dei roghi concentrati nell'Amazzonia brasiliana.
Gli esperti affermano che la mancanza di controlli e di punizioni sta portando alla crescita della deforestazione nella regione amazzonica.
L'Amazzonia brucia
RSI Info 22.08.2019, 16:49
Il presidente Jair Bolsonaro, così, finisce nuovamente nel mirino per la sua politica ambientale (che punta sullo sviluppo invece che alla conservazione) e per aver dato il via libera allo sfruttamento delle risorse nelle riserve indigene. La politica ambientale di Bolsonaro ha già portato Germania e Norvegia a sospendere le donazioni al Fondo Amazzonia.
Dal canto suo Bolsonaro ha dichiarato che i numeri sugli incendi hanno danneggiato l'immagine del Paese e ha insinuato che le ONG straniere potrebbero essere implicate in questo fenomeno
Intanto si moltiplicano gli omicidi di capi indigeni. Su uno degli episodi pìu recenti (il 29 luglio) è intervenuta anche l'Alto commissario ONU per i diritti umani, Michelle Bachelet. L'uccisione non solo "risulta tragica e condannabile di per sé", ma rappresenta anche "un sintomo inquietante del crescente problema dell'invasione delle terre indigene, specialmente nelle foreste, da parte di cercatori di metalli, boscaioli e agricoltori". Bachelet ha chiesto a Bolsonaro di "riconsiderare le sue politiche riguardo ai popoli indigeni e le loro terre, perché l'uccisione di Emyra Wajapi non segni l'inizio di una nuova ondata di violenza, che allontani le popolazioni indigene dalle loro terre ancestrali e porti ancora più distruzione alla foresta tropicale" in Amazzonia.
ATS/ANSA/M. Ang.