Quasi un anno e mezzo dopo l’inizio dell’invasione russa, cominciata il 24 febbraio 2022, la guerra sta attraversando una nuova fase: la controffensiva ucraina, annunciata dai mesi invernali per la primavera, è iniziata ai primi di giugno e sta andando avanti con difficoltà, o comunque non come previsto, stando anche alle dichiarazioni ufficiali in arrivo da Kiev e dagli alleati occidentali, Stati Uniti in primis; la Russia, in posizione difensiva sul fronte meridionale, dopo il ritiro lo scorso novembre dall’area a destra del Dnipro, pare di nuovo preparata ad attaccare nel Donbass, per recuperare a sua volta i territori persi a sud di Kharkiv a settembre dell’anno passato. Mosca prosegue inoltre con la tattica dei bombardamenti a distanza, per colpire obbiettivi strategici e infrastrutture, in tutto il Paese. L’uscita della Russia dall’accordo sul grano ha aperto poi un altro fronte, sia militare che politico.
Gli obbiettivi russi
Dal Cremlino Putin ha ripetuto più volte, anche dopo la vicenda molto opaca dell’ammutinamento del gruppo Wagner guidato da Evgeni Prigozhin, che gli obbiettivi della cosiddetta operazione speciale non sono cambiati e il conflitto va così avanti. In realtà la strategia russa in Ucraina rimane comunque molto vaga, nel senso esiste una forbice molto ampia tra quello che potrebbe essere il risultato minimo, e cioè il mantenimento attuale dello status quo, con l’occupazione di buona parte del Donbass e parte delle regioni di Zaporizhia e Kherson, oltre ovviamente alla Crimea, annessa già nel 2014, e ciò che era stato detto all’inizio del conflitto, tra il rovesciamento di presidente e Governo a Kiev e l’ipotesi di un’avanzata militare molto più ampia, oltre l’interna linea del Dnipro verso ovest. Putin sembra talvolta disponibile a cercare un accordo, partendo dalla posizione attuale di vantaggio, e accusa Zelensky di non voler nessun compromesso; da Kiev si dice invece che ogni trattativa passa prima dalla liberazione dei territori occupati, Crimea compresa. La cornice di una guerra di logoramento fa immaginare che i tempi di risoluzione saranno in ogni caso lunghi, sia che si preveda una vittoria sulla lunga distanza di una delle due parti, sia nel caso il conflitto rimanga congelato in attesa di una soluzione diplomatica condivisa a livello internazionale.
Nuovi attacchi in Ucraina
Telegiornale 02.08.2023, 12:30
I due fronti
Mosca ha blindato il fronte meridionale già dai mesi invernali, tra imponenti sistemi di difesa e riorganizzazione delle truppe, capitalizzando gli errori della scorsa estate e preparandosi alla controffensiva ucraina lasciando pochi spazi per incunearsi. Dopo il ritiro ordinato da Kherson, nella regione a ridosso della Crimea e in quella di Zaporizhia le operazioni militari russe sono state sostanzialmente difensive, per assicurare il mantenimento dei territori annessi ufficialmente a settembre del 2022. I primi due mesi di controffensiva ucraina non hanno condotto a grandi cambiamenti e le truppe di Kiev non sono riuscite a sfondare da nessuna parte. L’ipotesi di far breccia sulla direttrice che da Zaporizhia va verso sud, in direzione di Melitopol e Berdyansk è rimasta nel cassetto, facendo allontanare il sogno di conquista della Crimea, che Zelensky vuole mantenere comunque ancora vivo. Nel Donbass le cose sono un po’ diverse e qui la Russia sembra aver ripreso l’iniziativa nel settore a sud di Kharkiv, con nuovi concentramenti di truppe regolari, anche per supplire alle falle create dopo la vicenda Wagner. Svatovo, Kreminna, Bakhmut rimangono in questa zona i centri più contesi, Kramatorsk e Sloviansk le città che il Cremlino vorrebbe conquistare per completare l’occupazione dell’oblast di Donetsk.
Telegiornale
Telegiornale 02.08.2023, 20:00
La tattica sul grano
Mosca prosegue nel bombardare ogni giorni obbiettivi strategici, militari e civili, infrastrutture e vie di comunicazione, come ha fatto sempre dall’inizio del conflitto Scopo è quello di tagliare tra l’altro i canali di rifornimento per le armi che arrivano dall’Occidente. Dopo l’uscita di Mosca dall’accordo sul grano due settimane fa si sono intensificati inoltre gli attacchi mirati nelle zone portuali di Odessa e anche di Izmail, sul Delta del Danubio, al confine con la Romania. L’export di cereali dall’Ucraina sta diventando molto complicato, considerato il fatto che i corridoi sul Mar Nero, dai quali passano solitamente circa due terzi delle esportazioni ucraine sono di fatto bloccati, con le navi mercantili diventate target militari, da entrambi i lati. Se per ora si sono evitati incidenti, i rischi sono comunque in aumento e le trattative per un rientro della Russia nell’intesa passano nelle concessioni che il Cremlino richiede all’Occidente sull’export dei propri fertilizzanti.
Telegiornale
Telegiornale 02.08.2023, 20:00