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Kiev e Odessa bersagliate dai droni russi

Particolarmente colpite le strutture portuali sul Danubio, ora unica via d'uscita per il grano ucraino - Nella capitale si registrano diversi danni, ma nessuna vittima

  • 2 agosto 2023, 11:31
  • 23 agosto 2023, 10:14
Odessa

L'intervento dei vigili del fuoco a Izmail, nella regione di Odessa

  • Reuters
Di: ATS/ANSA/AFP/LP 

Durante la notte su mercoledì diverse zone strategiche ucraine sono state prese di mira dai droni russi. Lo hanno reso noto le autorità locali.

La situazione nella capitale

La prima ad essere bersagliata è stata la capitale, Kiev. Secondo l’amministrazione militare, un gruppo di Shared – droni di fabbricazione iraniana – è penetrato da più direzioni nel cielo cittadino.

“Tutti gli obiettivi sono stati rilevati e distrutti per tempo” riferisce il capo dell’amministrazione Serguii Popko. Malgrado la risposta ucraina, l’abbattimento e la conseguente caduta di detriti ha causato diversi danni materiali. Non si registrano né feriti, né distruzioni gravi o incendi.

DroneKiev

Il fumo di un drone abbattuto sopra Kiev

  • Reuters

Sul Danubio

Nella regione di Odessa si sono registrati invece gli attacchi più intensi, diretti contro le strutture portuali dell’oblast. In particolare, sono stati bersagliati i porti di Izmaïl e Reni, costruiti lungo il Danubio. Dopo il dietrofront russo sull’accordo di grano, le rotte fluviali rappresentano ora le principali vie d’uscita per i prodotti agricoli ucraini.

“Il nemico ha attaccato le strutture portuali e le infrastrutture industriali sul Danubio”, ha dichiarato l’ufficio del procuratore di Izmail su Telegram. Citando autorità della regione, il media online ucraino Ukrainska Pravda e il quotidiano britannico il Guardian riferiscono che il terminal fluviale e l'edificio amministrativo della Danube shipping Company sarebbero stati completamente distrutti. Le operazioni di trasporto sarebbero tutte sospese.

Il porto di Izmail si trova dalla parte opposta del fiume rispetto alla Romania e costituiva la prima alternativa al Mar Nero per l'esportazione di grano.

Il ministro della difesa ucraino, Oleksij Reznikov, ha condannato il gesto. “Il grano ucraino ha il potenziale per sfamare milioni di persone in tutto il mondo”. Dal porto di Odessa sono partite 33 milioni di tonnellate di cereali prima della sospensione dell’accordo sul grano (congelato dal 17 luglio scorso). Nei recenti attacchi 180'000 tonnellate sono già andate distrutte.

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