Abeti, cipressi, pini, lecci, faggi all’interno di aree forestali luminose e distanti da insediamenti antropici coinvolgono tutti i sensi e generano benessere alla persona. Bastano poche ore di cammino in un bosco per beneficiare di effetti terapeutici prolungati nel tempo.
È questa l’evidenza scientifica della ricerca recentemente condotta dal CNR, dal CAI e dal CERFIT. In diverse foreste italiane, un naso elettronico ha rilevato e poi analizzato le concentrazioni di composti organici volatili sprigionati dalla vegetazione. Dalle analisi è emerso che gli olii essenziali emessi dalle piante hanno evidenti funzioni ansiolitiche, antinfiammatorie, antiossidanti, immunomodulanti, anti-cancro e persino anti-virali.
I risultati della ricerca, sintetizzati nel libro Terapia forestale, arricchiscono la letteratura scientifica internazionale e sostengono il percorso di riconoscimento del Forest Bathing come medicina complementare.
Durante la pandemia da Covid-19 queste attività esperienziali di riconnessione con la natura hanno conosciuto un incremento significativo anche nella Svizzera italiana dove è nata Green experience.
Dario Lo Scalzo