Il numero di procedimenti penali per infrazioni alla legislazione federale sulla protezione degli animali, in continuo aumento negli ultimi anni, nel 2017 è diminuito per la prima volta, e nettamente. È invece rimasto stabile quello dei maltrattamenti.
All'Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV) l'anno scorso sono stati notificati 1’679 procedimenti penali, fra condanne, decreti di non luogo a procedere, decisioni di abbandono del procedimento e sentenze di assoluzione. Sono 689 in meno rispetto al 2016 (-29%) e 267 rispetto al 2015 (-14%).
La statistica non comprende i procedimenti basati unicamente sul diritto cantonale (spesso la legge sui cani) o sulle norme del Codice penale. Riguarda sia il maltrattamento degli animali, sia le violazioni delle prescrizioni per detenzione, allevamento, produzione, commercio e trasporto. Ancora una volta, il maggior numero dei casi ha interessato i cani (662), seguiti a distanza da bovini (250), gatti (103), suini (78), conigli (72), pesci selvatici (65) e pecore (61).
Per quanto riguarda i cani, 249 (37%) infrazioni sono avvenute per sorveglianza carente che, ad esempio, ha causato attacchi a pedoni o podisti. In 136 casi si è trattato di condizioni di detenzione insufficiente (spazio, luce, acqua e cibo, igiene) e in 36 di abbandono in auto con alte temperature.
A livello cantonale spiccano Berna e Zurigo, con rispettivamente 315 e 260 procedimenti penali, seguiti da San Gallo (176), Argovia (171) e Lucerna (133). Rispetto alla popolazione si piazzano in testa Obvaldo (6,7 casi ogni 10'000 abitanti), Uri (4,1) e San Gallo (3,5). I tassi inferiori si riscontrano invece nei cantoni di Basilea Città, Ticino, Giura, Ginevra e Friburgo.
ATS/Swing