Svizzera

Medici in cerca di aiuto

Gli appelli alla hotline di Remed per stress e insoddisfazione da parte dei dottori ospedalieri sono in costante aumento

  • 1 aprile 2019, 08:48
  • 22 novembre, 22:34
02:39

RG 07.00 del 01.04.19: il servizio di Monica Fornasier con le considerazioni di Davide Giunzioni

RSI Info 01.04.2019, 10:45

  • Keystone
Di: Diem/RG 

I giovani medici svizzeri (sono ritenuti tali quelli sotto i 45 anni) sono in maggioranza donne. E sono proprio le dottoresse che lavorano negli ospedali come assistenti e capiclinica ad essere maggiormente vittime di turni lunghi, poco riposo, lavoro amministrativo considerato eccessivo, difficoltà nel conciliare professione e famiglia, burnout e depressione. Perché anche i 37'525 medici attivi nella Confederazione si ammalano e, quando la situazione diventa insostenibile, trovano aiuto appellandosi alla hotline di Remed per chiedere sostegno.

La rete di sostegno messa a punto dall'associazione FMH è attiva da una decina d'anni e registra un costante aumento dei casi. Nel 2018 sono stati 143, una cifra record. L'età media di chi chiede aiuto è 42 anni, si tratta quindi di medici giovani, e sono poi soprattutto donne a rivolgersi al servizio. La frustrazione è grande anche perché le chance di veder cambiare la propria situazione accedendo a posti di maggiore responsabilità sono ridotte. Le statistiche dicono che negli ospedali svizzeri la componente femminile (in gran parte impiegata all'80%) è del 58,6% fra gli assistenti e del 47,9% fra i capoclinica. Poi scende al 24,5% tra i medici quadro 2 e al 12,4% fra i primari.

Frustrazione da burocrazia

Il problema principale che spiega il crescente numero di richieste di aiuto a Remed, spiega alla RSI il presidente dell'Associazione medici assistenti e capiclinica ticinese Davide Giunzioni, è rappresentato dal cambiamento intervenuto nella professione. Il carico il lavoro complessivo che i medici devono affrontare in ospedale nel corso degli anni non è aumentato. Si è però costantemente ridotto il tempo che può essere dedicato al contatto con i pazienti dato il considerevolmente aumento dei compiti burocratici. Ciò che determina la situazione di frustrazione vissuta da chi ha abbracciato la professione convinto che la medicina servisse in primo luogo a curare gli altri.

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