Neil Barnett è il fondatore di Istock Associates, una società con sede a Londra che si occupa di ricerche e raccolta di informazioni con un occhio particolare all’Est europeo. Informazioni che vengono messe poi a disposizione di aziende e governi. A lui Marzio Minoli, della redazione economica del Radiogiornale, ha chiesto se le sanzioni contro la Russia, varate dall’occidente dopo l’invasione dell’ucraina, stanno funzionando:
“Sì e no. Stanno causando costi enormi per la Russia. Basta vedere l’inflazione, la mancanza di manodopera, la difficoltà di ottenere determinati beni, i problemi per commercializzare il gas in un mondo che ha bisogno di gas. D’altro canto, la Russia ha adottato alcune misure per contrastare queste sanzioni, che possono al momento compensare queste cose, ma non potranno durare e questo causerà una dinamica pericolosa per la Russia.”
Donald Trump sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti. Come gestirà la questione delle sanzioni contro Mosca?
“Credo che lui veda le sanzioni come qualche cosa sul suo tavolo sul quale si dovrà negoziare. Come la pensi strategicamente non lo so, ma credo che la sua imprevedibilità possa essere uno svantaggio per Mosca. Per Putin è stato facile prevedere e gestire le reazioni e le politiche dei suoi avversari. Penso che ora questa prevedibilità sia finita”.
Le sanzioni colpiscono anche, se non soprattutto, gli oligarchi. Ci si può aspettare che qualcuno all’interno di questo gruppo di potenti possa un giorno decidere di, come dire, rivoltarsi contro Putin?
“No. Dagli studi che ho raccolto, fatti sul sentimento del pubblico anche verso gli oligarchi, possiamo dire che Putin gode di un solido appoggio. Certo, ci possono essere malumori, ma non ci sono segnali di cambiamenti, per lo meno nel breve termine”.
Radiogiornale 07:00