Il punto

Dall’ospedale è ancora Francesco a governare la Chiesa

Ventunesimo giorno di ricovero per il papa: “La notte è stata tranquilla” - Il pontefice continua a gestire gli affari correnti, ma il futuro resta incerto - Sullo sfondo l’ipotesi delle dimissioni

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Le finestre delle stanze riservate al Papa al Policlinico Gemelli

  • Keystone
Di: Paolo Rodari 

Un altra notte tranquilla per il Papa, al ventunesimo giorno di ricovero al policlinico Agostino Gemelli di Roma per una polmonite bilaterale. “La notte è trascorsa tranquilla”, recita il bollettino medico diffuso poco fa. La prognosi del pontefice rimane riservata e nessuno sa quando potrà essere dimesso. Una situazione che, da giorni ormai, pone interrocativi - dentro e fuori dal mondo cattolico - sul governo della Chiesa.

Le disposizioni dal Gemelli

Non esiste, nella Chiesa cattolica, la possibilità che il Papa deleghi il governo a qualcun altro. Così, anche in queste settimane l’amministrazione della complessa macchina ecclesiale resta in mano sua. E lo dimostrano le diverse azioni messe in campo proprio in questi giorni: le firme di numerose nomine di vescovi; l’accettazione della rinuncia al governo pastorale della diocesi di Baie-Comeau (Canada) presentata da monsignor Jean-Pierre Blais, accusato di abusi su minori; l’istituzione di una Commissione per la raccolta delle donazioni dirette alla Santa Sede; la firma di alcuni documenti di lavoro «dal policlinico Gemelli» e non più dalla «Città del Vaticano»; la convocazione di un prossimo Concistoro per beatificare servi di Dio e canonizzare beati e, infine - seppure non siano azioni prettamente di governo - le telefonate a padre Gabriel Romanelli, parroco della Sacra Famiglia di Gaza, per informarsi sulla vita della piccola comunità cattolica locale. Anche se dopo la crisi respiratoria dello scorso lunedì Francesco è stato messo in regime di totale riposo e gli si è evitato di operare come nei giorni precedenti, il timone nella Chiesa resta a tutti gli effetti nelle sue mani, essendo fra l’altro - pur se ammalato - lucido e perfettamente in grado di intendere e di volere.

Chi aiuta Francesco

Nelle scorse settimane il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin e il sostituto Edgar Peña Parra sono stati al Gemelli quattro volte. Nelle stanze che Karol Wojtyla amava chiamare “Vaticano Tre”(dopo San Pietro e Castel Gandolfo, una battuta del 1996) Francesco ha ricevuto i numeri uno e due della diplomazia pontificia seduto in poltrona. Le visite, di routine anche quando era nella sua residenza di Casa Santa Marta, sono servite per sbrigare le faccende più urgenti, portare avanti affari interni ed esterni, dare continuità al lavoro della macchina ecclesiale. Come sempre, oltre a Parolin e a Peña Parra, gli è vicina anche suor Raffaella Petrini, presidente del Governatorato, la prima donna a ricevere una nomina ad un posto apicale, in precedenza riservato soltanto agli uomini. A Casa Santa Marta continuano a smistargli la posta i suoi collaboratori con incarichi di segreteria, sacerdoti che ogni cinque anni lasciano il posto, per evitare - come avveniva nei pontificati precedenti - che i «segretari particolari» assumano troppo potere.

L’ipotesi dimissioni

Il futuro è al momento un’incognita. Francesco ha più volte fatto capire che, seppure l’ipotesi della rinuncia al pontificato sia da lui perseguibile, non intende farla propria. A meno che non subentrino complicazioni gravi. Nel marzo 2023 disse in una intervista alla RSI che si sarebbe eventualmente dimesso solo di fronte «a una stanchezza che non ti fa vedere chiaramente le cose. La mancanza di chiarezza, di sapere valutare le situazioni». E poi: «anche il problema fisico, può darsi». Al momento, al di là della pericolosità della sua polmonite bilaterale, questa stanchezza non sembra esserci. Dopodiché, ad un uomo che il prossimo dicembre compirà 89 anni tutto può accadere.

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Informazione 12.03.2023, 20:40

Il Giubileo e i viaggi

I grandi impegni del 2025 sono il Giubileo e i viaggi. Francesco ne ha compiuti di diversi nei mesi passati salendo e scendendo dagli aerei in sedia a rotelle, a volta anche dopo settimane di influenze che lo hanno non poco debilitato. Per il 2025 sono in cantiere due viaggi internazionali: il primo a maggio a Nicea, per ricordare il 1700esimo anniversario del Concilio, il secondo in Serbia, unico Paese dei Balcani occidentali mai visitato da un Papa. Attualmente tutto è sospeso, ma non si esclude che se la polmonite verrà superata Francesco non decida di organizzarli.

I prossimi giorni

La speranza dei medici è che nel giro di qualche giorno il Papa possa uscire dalla prognosi riservata. Nessuno, tuttavia, ha certezze. La sensazione è che tutto possa accadere, nell’uno o nell’altro senso. Nel lontano 1957 Bergoglio si sottopose a un’operazione nella quale gli venne asportato una parte del polmone, probabilmente conseguenza di un’infezione da tubercolosi. È anche in virtù di quell’operazione che i medici oggi restano molto prudenti, ragionando alla giornata, in attesa che il quadro clinico faccia la sua evoluzione.

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