L’intervento

Il Papa sul tradimento, sì al perdono “ma non se c’è mancanza cronica di rispetto”

Prima del ricovero, Francesco ha risposto così a una fedele sul mensile “Piazza San Pietro” - Dall’inizio del pontificato la scelta di rendersi prossimo alle reali sofferenze delle persone

  • 21 marzo, 14:00
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Di: Red. 

“Il tradimento va perdonato”, ma non “se c’è mancanza cronica di rispetto”. Sono parole che Papa Francesco ha scritto poche settimane fa, appena prima di essere ricoverato al Policlinico Gemelli per un’infezione polimicrobica degenerata poi in polmonite. Il testo è stato pubblicato all’interno della nuova rivista “Piazza San Pietro”, il mensile diretto da padre Enzo Fortunato che esplora temi di fede, spiritualità e vita quotidiana, in cui il Pontefice ogni mese risponde a una missiva di un lettore.

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A scrivere al Papa è una donna tradita dal marito e che si interroga se perdonare. Il vescovo di Roma le risponde così: «Il perdono è un atto libero, personale, che trae forza dallo spirito, dalla grazia e dall’amore di Dio». E ancora: «Catia – così si chiama la donna, ndr –, lei può chiedere a suo marito di fare insieme un cammino di accompagnamento, ad esempio alcuni incontri con una coppia cristiana impegnata a sostenere le coppie ferite, condividendo le esperienze di vita, le difficoltà, il perdono, la riconciliazione». Perché, anche se «non è facile perdonare, soprattutto quando si è traditi nell’amore, nelle parole, nella fiducia», l’amore «nel matrimonio va sempre migliorato: se c’è l’amore, l’amore è capace di pazientare, ricucire, riparare». Il Papa però ricorda anche quanto scriveva nell’esortazione “Amoris Laetitia”: «In alcuni casi la considerazione della propria dignità e del bene dei figli impone di porre un limite fermo alle pretese eccessive dell’altro, a una grande ingiustizia, alla violenza, o a una mancanza di rispetto diventata cronica. Bisogna riconoscere che ci sono casi in cui la separazione è inevitabile».

Da sempre Francesco ama entrare con semplicità nei problemi e nelle fatiche delle persone. Le diverse interviste che ha concesso in questi anni, a più media, rivelano questa sua volontà. E così anche la decisione di rispondere alle missive su “Piazza San Pietro”, l’ennesima decisione di aprirsi e di rendersi prossimo a tutti senza paura.

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La Chiesa di Francesco, come ha detto più volte lui stesso, è «per tutti». Chiunque, a prescindere dalla sua particolare condizione di vita, deve sentirsi a casa. In merito alla vita di coppia già in “Amoris Laetitia” aveva usato parole di apertura ad esempio nei confronti dei divorziati risposati. L’esortazione, pubblicata nel 2016, aveva aperto la possibilità di accedere ai sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia quando, in un caso particolare, «esistono limitazioni che attenuano la responsabilità e la colpevolezza». Ai divorziati risposati “Amoris Laetita” permette «in certi casi, dopo un adeguato discernimento, l’amministrazione del sacramento della Riconciliazione anche quando non si riesca a essere fedeli alla continenza proposta dalla Chiesa». Perché è sempre ogni persona, «individualmente, che è chiamata a mettersi davanti a Dio e ad esporgli la propria coscienza, con le sue possibilità e i suoi limiti». Questa coscienza, accompagnata da un sacerdote e illuminata dagli orientamenti della Chiesa, «è chiamata a formarsi per valutare e dare un giudizio sufficienti per discernere la possibilità di accedere ai sacramenti».

E ora le parole sul tradimento nella vita di coppia. Non sempre è opportuno andare a avanti. Se la mancanza di rispetto è cronica la strada, per entrambi, può essere un’altra.

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