Storia

L’allunaggio

I segni del Novecento

  • 2 novembre 2023, 14:31
  • 30 novembre 2023, 10:04
Luna allunaggio
Di: Romano Giuffrida

Sarebbe arrivata la risposta alla leopardiana domanda: “Che fai tu, luna, in ciel? Dimmi che fai, silenziosa luna?”? I terrestri avrebbero incontrato i marziani? Il mondo avrebbe cambiato rotta e avrebbe scoperto la pace e la fratellanza tra i popoli? Chissà quali furono le domande che affollarono le menti dei 900 milioni di spettatori che il 20 luglio 1969 assistettero alla telecronaca dell’allunaggio e della prima passeggiata dell’uomo sul suolo lunare. Probabilmente ognuno ebbe il proprio interrogativo, forse nato addirittura negli anni dell’infanzia osservando quella palla luminosa e grigia in cielo che sembrava avere occhi e bocca.

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Sicuramente però, dopo aver osservato gli astronauti saltellare sul satellite terrestre simili a Bibendum, l’omino bianco testimonial dal 1898 dei pneumatici Michelin, ognuno ebbe certezze o dubbi.

“Ci sono andati!” “No, non ci sono andati!”, “Le immagini degli astronauti sulla Luna le ha girate Kubrick in studio”, “No, è tutto vero”, ecc. Come in un derby le due fazioni per anni si sono affrontate con studi e contro studi per dimostrare la correttezza delle proprie affermazioni. Noi, però, non vogliamo rilanciare queste ormai ammuffite questioni. Se ci soffermiamo su quel 20 luglio 1969, la data che i libri di storia riportano essere appunto quella della passeggiata dei primi uomini sulla Luna, lo facciamo per ricordare cosa provocò nell’immaginario collettivo la missione lunare Apollo 11.

La prima cosa da dire è che tra i “terrestri” l’attesa dell’evento Luna fu quasi messianica e millenaristica. D’altra parte, da quando la navicella spaziale iniziò il suo volo, l’attenzione di stampa, radio e televisioni di tutto il mondo si rivolse verso il cielo: come disse qualcuno, in quei giorni era la Terra a ruotare attorno alla Luna ...

Nei giorni di volo che precedettero l’allunaggio, gli astronauti in viaggio, Edwin Aldrin Neil Armstrong e Michael Collins, vennero paragonati nientemeno che agli Argonauti, a Ulisse, a Cristoforo Colombo. Tutto ciò mentre già da settimane, un po’ dappertutto, moltissime vetrine di negozi esponevano le loro fotografie insieme a mappe lunari, a bandiere a stelle e strisce e a gadget a tema. La fascinazione emotiva, è il caso di dirlo, era alle stelle. Nei posti di lavoro, sulle spiagge delle vacanze, insomma un po’ ovunque, non si parlava d’altro, tant’è che quando arrivarono le ore decisive dell’allunaggio e del piccolo passo dell’uomo ma grande passo dell’umanità (la frase pronunciata da Armstrong poggiando il piede sul suolo lunare), il mondo s’incollò per ore davanti ai teleschermi. Lo fece anche Paolo VI, il pontefice di quell’epoca che, preso dall’entusiasmo, volle osservare la Luna anche con il telescopio dall’osservatorio astronomico romano.

Cronaca con suoni originali dell'atterraggio del LEM sulla Luna

RSI Cultura 19.07.2019, 17:55

  • © Keystone

Non tutti però si inginocchiarono di fronte alla nuova religione tecnologica, come la chiamò Alberto Moravia. Proprio prendendo spunto dalle affermazioni del Papa, il quale si era augurato che l’evento stimolasse l’umanità a ricollegarsi a «quell’Essere infinito che riconosciamo nostro principio e nostro fine», tra i primi a uscire dal coro fu Jean-Paul Sartre. Quello della Chiesa, affermò il filosofo, non era altro che “un ulteriore apporto a quella assenza di fede e di idee, di principi e di speranze, che è il denominatore comune dell’odierno capitalismo distruttore della natura e dell’uomo”. Mentre tantissimi ad ogni latitudine si commossero sentendosi testimoni di un prestigioso momento di civiltà, proprio negli Stati Uniti furono molti a non unirsi agli osanna mediatici che si intrecciavano sul pianeta.

Cronaca in diretta del momento dell'apertura del portello del LEM

RSI Cultura 19.07.2019, 17:39

  • © Keystone

Ad esempio, davanti a Cape Kennedy, ossia alla base di lancio missilistica da cui era partito Apollo 11, il reverendo Abernathy, leader del movimento per i diritti della comunità afroamericana, a una folla giunta su carri trainati da muli per simboleggiare la povertà, dichiarò sarcasticamente che gli Stati Uniti raggiungevano le stelle senza però mai raggiungere coloro che morivano di fame nella sue strade.

reverendo Abernathy

Incuranti delle accuse che colpivano chi non esaltava l’avvenimento epocale, anche i cattolici del dissenso sottolinearono la contraddizione di un’umanità pronta a impressionarsi per il pericolo vissuto dai tre astronauti nello spazio, ma indifferente davanti alla morte di migliaia di persone in conseguenza delle guerre, dell’odio e della violenza.

pasolini

Più politica la presa di posizione di Pier Paolo Pasolini che criticò soprattutto il ruolo giocato dai media nella costruzione di “un enorme carosello televisivo, che fa la réclame del tipo di vita medio americano e delle spese militari”. Mentre negli USA Allen Ginsberg, ironicamente, affermava che “solo lo scienziato è vero poeta, ci da la Luna, ci promette le stelle, ci farà un nuovo universo se sarà il caso”, dall’Italia un altro poeta, Andrea Zanzotto coglieva invece un aspetto profondo dell’arrivo dell’uomo sulla Luna. Il ferimento del mito originario lunare, scrisse, è anche la distruzione capillare dei tessuti psichici che hanno retto l’umano per decine di millenni. Nell’allunaggio il poeta leggeva cioè una profanazione della sfera del sacro, un inutile trofeo che sanciva la fine del mondo mitologico-simbolico nel quale l’uomo, consapevolmente o meno, viveva immerso da millenni. Gli fece eco ancor più duramente il filosofo e poeta Guido Ceronetti, queste le sue parole: la prigione vita rimane quella che è sempre stata, ma la luna è violata. (…) Una grande voglia generale di sporcare il cielo, di ferire corpi astrali, di costruire orinatoi orbitali (...) si è impadronita della civiltà più orgogliosa e più disonesta.

Insomma, uscendo dalle retoriche trionfalistiche e constatando che non abbiamo avuto risposte all’interrogativo leopardiano, non abbiamo incontrato i marziani e, soprattutto il mondo non ha scoperto la pace e la fratellanza tra i popoli (anzi), a questo punto, poeticamente, poniamoci anche noi una domanda: Luna, fu vera gloria?

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