Salute

I disturbi alimentari sono sempre più frequenti in Svizzera

La prevalenza di queste patologie è aumentata sensibilmente, coinvolgendo non solo giovani donne, ma anche uomini e adulti di diverse età

  • 12 febbraio, 11:57
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Quando il cibo diventa un nemico

  • Tipress
Di: Lara Quarleri, dietista ASDD

La Svizzera, con il suo alto livello di sviluppo socio-economico, non è immune ai disturbi alimentari. Secondo recenti studi, circa il 3% della popolazione svizzera soffre di disturbi legati all’alimentazione, con un’incidenza maggiore tra i giovani tra i 12 e i 25 anni.

I numeri delle diagnosi sono in aumento

Se da un lato la crescente attenzione da parte di famiglie, medici e insegnanti porta a un aumento delle cure e quindi alle diagnosi, sappiamo anche che la tendenza dei numeri è in aumento per diversi motivi: una crescente attenzione verso il benessere fisico, dieta ed esercizio, che può talvolta trasformarsi in comportamenti alimentari disordinati; un uso diffuso di piattaforme social, che può alimentare una cultura della comparazione costante e l’esposizione a un forte stress da performance legato all’ambito scolastico, professionale e sociale.

Per quanto riguarda il numero esatto di diagnosi di disturbi alimentari in Svizzera durante la pandemia da COVID-19, è difficile ottenere dati precisi senza fonti ufficiali aggiornate, ma alcuni segnali indicano un aumento: un’indagine condotta nel 2020 dal Centre for Eating Disorders in Switzerland (CED) ha mostrato che c’è stato un incremento significativo delle richieste di consulenza e di trattamento per disturbi alimentari durante i periodi di isolamento. Gli ospedali e le cliniche specializzate in disturbi alimentari hanno inoltre segnalato un aumento delle richieste di aiuto, in particolare per disturbi legati all’ansia e al controllo del peso.

Le diagnosi sono sempre più complesse

Negli ultimi decenni, i disturbi alimentari sono diventati più complessi e diversificati. Tradizionalmente, si pensava che fossero rappresentati principalmente da anoressia nervosa e bulimia nervosa. Tuttavia, oggi esistono molte altre forme meno classiche, come l’ortoressia nervosa (ossessione per un’alimentazione sana), il binge eating disorder (disturbo da alimentazione incontrollata) e altre condizioni, non necessariamente legate a un comportamento alimentare evidente.
Molti individui che soffrono di disturbi alimentari non rientrano nei criteri diagnostici tradizionali, ma sviluppano forme miste o atipiche di comportamento alimentare disfunzionale. Questo rende la diagnosi meno immediata e più difficile da identificare, specialmente se i sintomi non sono estremi o palesemente evidenti (come lo possono essere il rifiuto del cibo o il vomito autoindotto). I sintomi possono essere sottili e mascherati; ad esempio, chi soffre di un disturbo come l’ortoressia può sembrare semplicemente molto attento alla propria alimentazione, senza che questo venga percepito come un comportamento patologico. Inoltre, molte persone cercano di nascondere i loro disordini alimentari, evitando che altri notino il loro problema.

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Corpi e social

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Come i social possono avere un’influenza negativa

Una ricerca del 2005 condotta sulle abitanti delle isole Fiji, ha dimostrato come l’arrivo dei social media e abbia determinato un’incidenza maggiore dei disturbi del comportamento alimentare in una popolazione che precedentemente non aveva manifestato alcun caso. Le ragazze, infatti, erano state esposte a programmi televisivi occidentali e dopo solo un anno avevano esplicitato il desiderio di modificare e rimodellare il proprio corpo.

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Adolescenza inquieta 

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  • iStock
  • Natascha Fioretti

La diffusione dei social ha fatto sì che ognuno potesse mostrare il proprio profilo come una vetrina, in cui tutto è costruito sulla modernità delle immagini e sulla ricerca della perfezione socialmente accettata. Inoltre, alcuni gruppi sui social possono servire come “comunità di supporto” per persone con disturbi alimentari, dove il comportamento disordinato viene minimizzato, romanticizzato o persino incoraggiato (“Pro-ana” e “pro-mia”).

La scuola, un valido alleato
La scuola può essere vista come una risorsa di supporto nel processo di identificazione e intervento. In primis nell’osservare i comportamenti (segnali di isolamento, ansia o irritabilità), comunicare con i genitori, offrire servizi di consulenza psicologica e implementare programmi educativi sulla salute mentale e fisica, incluse tematiche relative ai disturbi alimentari. 

I segnali di allarme

Riconoscere i disturbi alimentari negli altri può essere difficile, ma esistono alcuni segnali a cui prestare attenzione:

  • Ossessione per il proprio peso e controllo del cibo assunto.

  • Evitamento di occasioni sociali, soprattutto quelle in cui è presente cibo.

  • Parlare costantemente di cibo o peso, collezionare ricette o cucinare in modo ossessivo per tutti.

  • Cambiamenti d’umore improvvisi, ansia e depressione.

  • Cambiamenti drastici di peso, sia verso l’alto che verso il basso.

  • Pelle e capelli secchi, unghie fragili.

  • Percezione di freddo costante e cambiamento di abiti molto più pesanti e larghi (che nascondono le forme).

  • Eccesso di esercizio fisico.

A chi chiedere aiuto

Se pensi che tu, o una persona vicino a te, possa avere un disturbo alimentare, ci sono diverse risorse a cui ci si può rivolgere per chiedere aiuto:

•   Medico di famiglia o pediatra

•   Psicologi

Fonti:

•   Literature screening report: The impact of the COVID‐19 pandemic on eating disorders: Anorexia nervosa, Bulimia nervosa and Binge-Eating – 21.06.2022 – Dr. Joyce Haddad, Ms. Natalie Bez, Prof. Dr. Klazine van der Horst. Bern University of Applied Sciences, Insel Gruppe AG

•   Dysfunctional eating behaviors, anxiety, and depression in Italian boys and girls: the role of mass media. Braz J Psychiatry. 2017 Oct 19;40(1):72–77

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