Territorio e tradizioni

Il formaggio della paglia: una rarità gastronomica dell’alta Vallemaggia 

Prodotto in piccolissime quantità per pochi fedeli clienti, un tempo il formaggio degli alpeggi di Fusio era un’eccellenza nota e apprezzata anche all’estero

  • 22 agosto, 11:30
Alpe Campo La Torba

Alpe Campo La Torba

  • ©Alpe Campo La Torba
Di: Patrizia Rennis 


Il sapore deciso, la consistenza cremosa e l’originale “confezione” sono le caratteristiche che hanno reso il formaggio della paglia un’eccellenza che in passato veniva esportata all’estero. Oggi questo formaggio è una rarità che in pochi possono assaporare grazie a un solo produttore che perpetra la tradizione.

Un formaggio di latte strack

Il formaggio della paglia fa parte della tradizione degli alpeggi di Fusio, in alta Vallemaggia, qui veniva prodotto con il latte misto crudo (di vacca e di capra) all’inizio della stagione quando le mucche erano appena arrivate all’alpe. Per produrlo veniva usato il latte strack, delle vacche stanche del tragitto percorso, la composizione biochimica di questo latte rendeva difficile la coagulazione e si otteneva quindi un prodotto a pasta particolarmente molle.

La confezione in paglia

Per poter produrre il formaggio della paglia era necessario disporre di un certo capitale, prima di poterlo vendere infatti si doveva aspettare un anno di stagionatura. Per preservarlo al meglio, il formaggio veniva avvolto nella paglia, in modo da evitare di perdere troppa materia durante il trasporto. 

L’associazione Pro Specie Rara conserva la semente della segale dalla quale si ottengono le trecce di paglia per questo formaggio. Seguendo la tradizione della loro madre, due sorelle di Peccia, hanno continuato a coltivare un piccolo campo di questa segale.

Un’eccellenza famosa anche all’estero

Già nel ‘600 la produzione del formaggio della paglia conosceva un grande sviluppo, addirittura veniva trasportato a cavallo fino a Locarno per essere inviato in Piemonte e a Genova, e da qui pare partisse anche per l’America. Famoso e apprezzato per le sue eccezionali caratteristiche, il formaggio della paglia nel corso dei secoli appare più volte nei testi di di viaggiatori e scrittori.

Nel 1627, la sola Lavizzara esportò in Italia per 10.000 scudi (c. 120.000 franchi) di formaggio della “paglia”, somma che forse non è raggiungibile neppur oggi.

Federico Filippini, Storia della Valle Maggia.

Il formaggio della paglia della Lavizzara, chiamato anche formaggio alto, viene avvolto nella paglia ed esportato in forme cilindriche dal peso di 30-40 libbre, in tutta l’Italia, soprattutto sulle navi. È fortemente salato e nel giro di un anno diventa completamente frollo, ammuffito e talmente molle che lo si può spalmare come il burro (...)

Hans Rudolf Schinz, Descrizione della Svizzera italiana nel Settecento.

Oggi il formaggio della paglia è una rarità per pochi

Nonostante fosse molto ricercato e apprezzato, il formaggio della paglia era difficile da produrre, conservare e trasportare, condizioni che hanno fatto sì che la sua produzione venisse gradualmente abbandonata. Nel 1971 Bianconi, in Ticino rurale, ne parla come un formaggio scomparso. Oggi il formaggio della paglia viene prodotto unicamente dall’azienda Agricola Dazio a Fusio, è una rarità ormai disponibile solo in piccolissime quantità e venduta a pochi e affezionati clienti

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