Ambiente

Esiste una soluzione all’acidificazione degli oceani?

L’accumulo nei mari della CO2 abbassa il pH delle acque, con effetti negativi sulla biodiversità. Ma le alghe potrebbero aiutarci

  • Ieri, 18:20
  • Un'ora fa
Barriera corallina, Tailandia

L'acidificazione degli oceani ha effetti negativi sui coralli e sulla fauna marina

  • IMAGO / Cavan Images
Di: red. giardino di Albert/Matteo Martelli  

Quando parliamo di ripercussioni sul nostro pianeta dei cambiamenti climatici, siamo portati a pensare a quelli che ci toccano più da vicino: fenomeni meteorologici estremi, come siccità, ondate di calore o alluvioni. Ma ci basta sporgere il naso al di sotto della superficie marina per capire quanto le attività umane siano in grado di impattare su ogni tipo di ecosistema. Fra gli effetti meno noti e più preoccupanti delle emissioni di CO2, insieme al riscaldamento delle acque, c’è senza dubbio la loro acidificazione.

Di che si tratta

Ogni anno sul nostro pianeta immettiamo nell’atmosfera grandi quantità di CO2 derivanti da fonti fossili: nel 2024, abbiamo accumulato nell’ambiente 1 miliardo di tonnellate di biossido di carbonio in più rispetto all’anno precedente. Circa il 30% dell’andride carbonica si discioglie negli oceani, come si legge nel rapporto speciale del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC) relativo allo stato degli oceani, con un tasso di assorbimento in continua crescita negli ultimi decenni. Se da una parte questo processo diminuisce le concentrazioni di CO2 nell’atmosfera, dall’altra scatena una serie di reazioni chimiche che portano a un abbassamento del pH nelle acque marine, e quindi a un aumento del livello di acidità. Una modifica del tutto impercettibile per l’essere umano, ma decisamente impattante sugli organismi marini.

Acidificazione degli oceani, CO2, cambiamento climatico

La CO2 disciolta in acqua forma acido carbonico (H2CO3) che si dissocia rapidamente producendo ioni idrogeno (H+). Questa reazione abbassa il valore di pH dell'acqua, che corrisponde a un aumento di acidità.

  • Copernicus

Le conseguenze sulla biodiversità

Molti organismi viventi risentono dell’acidificazione delle acque marine. Ad esempio, un pH inferiore dell’acqua dissolve e quindi diminuisce la presenza di carbonato di calcio, essenziale per piante e molti altri animali marini: fra questi, ci sono ad esempi i coralli, il plancton e i crostacei, che utilizzano il carbonato di calcio per costruire i loro gusci e altre parti dure del corpo. Un’acqua più acida contribuisce inoltre allo sbiancamento dei coralli, a sua volta amplificato dal riscaldamento delle acque. Studi hanno inoltre dimostrato che in acque più acide, i pesci si riproducono di meno. E se la fauna marina viene messa in pericolo, le conseguenze si presentano a cascata sull’intera catena alimentare, fino a noi esseri umani.

03:04

Cosa sono i coralli?

RSI Info 26.10.2021, 21:16

Le alghe e le piante marine come serbatoio di andride carbonica?

Se molti organismi risentono di questa acidificazione, altri possono trarne beneficio, perché un aumento di anidride carbonica in acqua aumenta la loro capacità di svolgere processi di fotosintesi. Ecco perché la ricerca guarda con interesse negli ultimi anni ai cosiddetti ambienti blue carbon, quegli ambienti cioè ricchi di organismi in grado di incamerare CO2, composti da mangrovie, saline e praterie di fanerogame marine. Questi, raccogliendo CO2, svolgono una funzione simile a quella delle foreste di alberi sulla terraferma, e possono contribuire a depositare naturalmente il carbonio nei sedimenti oceanici.

Posidonia oceanica

Posidonia oceanica sui fondali del mar Mediterraneo

  • IMAGO / Pond5 Images

Alla lista delle specie sotto osservazione, si sono aggiunte ora anche le alghe coralline, che coprono vaste aree delle piattaforme costiere di tutto il mondo e si presentano in forma solida e dalla tonalità rosacea. Uno studio apparso di recente su Nature Communications ha dimostrato per la prima volta che sono in grado di catturare fino a 1,35 grammi di carbonio per metro quadrato al giorno, superando le prestazioni di “serbatoi di carbonio” delle più note foreste di macroalghe.

10:34

L’importanza delle alghe coralline 

Alphaville 05.03.2025, 11:05

  • IMAGO / Depositphotos
  • Cristina Artoni

La soluzione non passa (solo) da qui

L’attuazione di misure volte a promuovere lo stoccaggio del carbonio in questi ecosistemi costieri potrebbe aiutare a mitigare gli effetti del cambiamento climatico. In alcuni casi, si sperimenta con allevamenti di macroalghe offshore per abbassare il livello di CO2 nell’atmosfera. Eppure, queste soluzioni non convincono pienamente gli scienziati: «i potenziali benefici climatici degli ecosistemi carbon blue possono essere solo un’aggiunta molto modesta, e non una sostituzione, alla rapidissima riduzione delle emissioni di gas serra», si legge dal rapporto speciale dell’IPCC. Senza contare che proprio questi ecosistemi si stanno riducendo fortemente a causa delle frequenti ondate di calore, con una perdita in alcune aree del 36-43% della superficie. Un dato che sottolinea non solo l’importanza dell’introduzione di progetti di conservazione marina, ma anche quanto fenomeni meno mediatizzati come l’acidificazione degli oceani siano strettamente interconnessi con altre conseguenze dei cambiamenti climatici.

1x1-giardino_di_albert

La scienza e la natura ti affascinano?

Il Giardino di Albert soddisfa la tua voglia di capire

rsi_social_trademark_WA 1.png

Entra nel canale WhatsApp RSI Info

Iscriviti per non perdere le notizie e i nostri contributi più rilevanti

Correlati

Ti potrebbe interessare