Nel 1961, Sabor sarebbe dovuto salire sul palco con Frank Sinatra. L’”artista” appenzellese era in visita negli Stati Uniti. Ma l’esibizione in un club di jazz non poté aver luogo. Sabor era troppo alto e non poteva scendere le scale.
Il robot centenario (Tagesschau, SRF, 02.11.2024)
Sabor, l’uomo meccanico inventato da August Huber, è alto 2,37 metri. Ha iniziato a prendere vita circa 100 anni fa. Forse non è stato il primo androide al mondo, ma di certo è stato il più grande. È degno di nota anche che sia stato sviluppato da una persona da sola e non da un’azienda come i pochi altri robot dell’epoca.
Sabor a nudo
August Huber ha iniziato a lavorare su Sabor quando aveva solo 12 anni. Non si sa come sia venuta l’idea al figlio di una famiglia di tessitori. L’industria tessile della regione potrebbe aver avuto un’influenza: “In Appenzello c’erano macchine per tessere e ricamare. La conoscenza di queste macchine ha sicuramente fornito una base per il suo lavoro”, afferma Lilia Glanzmann, co-direttrice dello Zeughaus Teufen, il locale museo storico, dove Sabor è attualmente in mostra.
La fantascienza negli anni Venti
Una cosa è chiara: il vecchio sogno di creare esseri umani artificiali trovava all’epoca nuova linfa con le possibilità offerte dalla tecnologia elettrica e radiofonica. È anche il periodo in cui il termine robot appare per la prima volta in un’opera teatrale dello scrittore ceco Karel Čapek, nel 1921.
Il 1927 vide anche l’uscita del lungometraggio “Metropolis” di Fritz Lang. Il personaggio centrale è una donna meccanica. Anche la storia del Mago di Oz, con protagonista un uomo di latta senza cuore, potrebbe essere stata un’ispirazione per Huber. Pur essendo diventato un commerciante di tessuti nell’azienda del padre, continuò a dedicare il suo tempo libero alla creazione di un robot.
Il primo modello di Sabor era fatto di legno e tessuto e poteva già essere controllato via radio. In seguito ricevette un guscio di alluminio e un’elegante testa, forgiata in rame da un artista tedesco. Il robot poteva muoversi lentamente su ruote, ondeggiare, girare la testa, sbattere le palpebre, muovere la bocca e parlare.
Il primo Sabor nel 1923 – ancora in legno, ma già radiocomandato. L'inventore August Huber aveva 12 anni
All’interno del suo corpo sono nascosti numerosi interruttori telecomandati, uno per ogni funzione, 500 metri di cavo e grandi batterie ricaricabili.
Debutto all’Esposizione nazionale
Nel 1939, Sabor fu presentato per la prima volta al pubblico in occasione dell’Esposizione nazionale svizzera di Zurigo. Simboleggiava le speranze legate alle nuove tecnologie. Per far funzionare Sabor, un conferenziere interagiva con il pubblico e con il robot, mentre dietro le quinte un operatore utilizzava un disco telefonico per selezionare le varie funzioni e prestare la voce all’androide via radio.
“L’operatore aveva anche un’enciclopedia per poter rispondere alle domande del pubblico il più rapidamente possibile”, spiega Glanzmann. Sabor impressionò in particolare per un trucco: poteva fumare.
Stupore e incredulità
Durante la Seconda guerra mondiale, il robot appenzellese non si fece più vedere. Poi partì per un tour mondiale. A partire dagli anni Cinquanta, Sabor viaggiò in tutta Europa e fino in Israele.
Sabor regala dei fiori a Juliana, regina dei Paesi Bassi, nel 1955
Appariva alle fiere, nei grandi magazzini o semplicemente per le strade, chiuse al traffico appositamente per lui. Nei Paesi Bassi diede dei fiori alla regina. In Danimarca incontrò un principe. Ovunque Sabor apparisse con i suoi modi piuttosto ponderosi, la gente si accalcava intorno a lui. Spinta dal fascino e dalla curiosità, ma anche dall’incredulità, racconta Glanzmann. “La gente continuava a chiedere se all’interno ci fosse un essere umano”.
Viaggio oltreoceano
Nel 1961, Sabor sbarcò negli Stati Uniti, dove mancò l’esibizione con Frank Sinatra, ma apparve invece al famoso Ed Sullivan Show.
Una delle apparizioni televisive del robot, al quiz di Hans-Joachim Kulenkampffs nel 1953
A quel punto, l’inventore Huber non era più con lui. Nel 1951 vendette Sabor all’ingegnere elettrotecnico Peter Steuer. Anche il leggendario curatore e storico dell’arte Harald Szeemann se ne interessò e nel 1967 lo noleggiò per la mostra “Science Fiction” alla Kunsthalle di Berna.
Sabor sulla copertina della rivista Der Stern
A metà degli anni Settanta, Sabor cadde nell’oblio e iniziò a prendere polvere nel garage di Steuer. Forse non a caso, fu proprio in quel periodo che un’altra nuova tecnologia iniziò la sua marcia trionfale: il computer. Dalla morte di Steuer, Sabor – ribattezzato “Primeo Energie Kosmos” – è esposto nel Museo EBM di Münchenstein, alle porte di Basilea.
Ritorno alle origini
Ora, a circa 100 anni dalla sua creazione, Sabor può essere ammirato di nuovo per un po’ nel suo luogo di nascita a Teufen. In un’epoca in cui una nuova tecnologia – l’intelligenza artificiale – torna a suscitare timori e speranze.
Lilia Glanzmann, della Zeughaus Teufen, vede dei parallelismi con il passato: “Da un lato il fascino, dall’altro quel momento magico in cui non si capisce come funziona qualcosa. Questo è sicuramente un dilemma che si ripropone oggi con l’IA”.
La mostra
La mostra “Sabor. Der erste Maschinenmensch aus Teufen” al museo Zeughaus di Teufen mostra il viaggio di Sabor dall’Appenzello al mondo utilizzando materiali d’archivio.
Al centro dell’esposizione c’è lo stesso robot: dipinto di bianco con un elmetto di plexiglas. Negli anni ‘70 gli venne dato il look da astronauta. Era il periodo degli sbarchi sulla Luna. Particolarmente degna di nota è una serie di foto del fotografo di LIFE Magazine Ralph Crane, che mostra come Sabor abbia ispirato grandi e piccini.
L’esposizione è aperta fino al 9 febbraio 2025.
Corpi virtuali
Alphaville 11.11.2024, 12:35