Mondo

È morto Jimmy Carter 

39esimo presidente degli Stati Uniti, dal 1977 al 1981 – Ricordato per i negoziati di Camp David, che segnarono la fine della guerra tra Egitto e Israele, ma anche per la disastrosa presa di ostaggi all’ambasciata USA di Teheran 

  • 29 dicembre 2024, 22:13
  • 30 dicembre 2024, 13:11
03:44

Info Notte del 29.12.2024: È morto l'ex presidente statunitense Jimmy Carter

RSI Info 29.12.2024, 22:52

  • keystone
Di: AlesS/Agenzie/RSI Info 

L’ex presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter è morto oggi (domenica 29) all’età di 100 anni nella sua casa di Plains, Georgia. Lo ha annunciato il figlio, James Carter III, senza fornire particolari sulle cause del decesso. In un comunicato dello scorso febbraio, la famiglia aveva detto che l’ex presidente - affetto da tempo da un melanoma estesosi al fegato e al cervello - aveva deciso di sospendere i trattamenti medici e tornare a casa.

01:58

La morte di Jimmy Carter

Telegiornale 30.12.2024, 12:30

“È stato un uomo di principio, di fede e di umiltà”, il primo commento del presidente Joe Biden alla notizia della scomparsa.

“Ha fatto tutto quanto in suo poter per migliorare le vite di tutti gli americani. Abbiamo con lui un debito di gratitudine”, ha commentato il presidente eletto, Donald Trump.

03:29

La vita di Jimmy Carter

Telegiornale 30.12.2024, 12:30

Jimmy Carter, un secolo americano

Nato il primo ottobre del 1924 a Plains, da una famiglia di coltivatori di arachidi, era il più anziano ex capo di Stato USA ancora in vita. Laureato in scienze all’accademia navale, intraprese la carriera militare per poi abbandonarla dopo la morte del padre e avviare la militanza nel Partito democratico. Dal 1971 al 1975 fu governatore della Georgia.

Ispirato dalla fede religiosa, fu un battista che credeva nei principi cristiani e nella difesa dei più deboli. Nel suo discorso inaugurale da governatore affermò che "il tempo della segregazione razziale" era finito e che nessuna persona, povera, debole o di colore sarebbe stata privata dalla formazione o dalla "semplice giustizia".

Fotogallery - La Casa Bianca

Divenne presidente nel 1977, succedendo al repubblicano Gerald Ford, in un periodo in cui il prestigio della carica era stato infangato dallo scandalo Watergate. Sotto la sua presidenza vennero istituiti il Dipartimento dell’energia e quello dell’istruzione. Per far fronte alla crisi petrolifera, incoraggiò il risparmio e le energie rinnovabili.

In uno scatto del 2021 con la moglie Rosalynn e la coppia presidenziale Joe e Jill Biden

In uno scatto del 2021 con la moglie Rosalynn e la coppia presidenziale Joe e Jill Biden

  • keystone

Gli accordi di Camp David

Ma fu in politica estera che conseguì i suoi maggiore successi, grazie agli accordi di pace Camp David del 1978 tra Egitto e Israele. Un successo che venne però oscurato, l’anno dopo, dalla presa di ostaggi nell’ambasciata statunitense a Teheran da parte dei sostenitori dell’ayatollah Khomeini. L’anno successivo Carter, che era apparso debole e inconcludente davanti a quella crisi, venne sconfitto dal repubblicano Ronald Reagan.

Fotogallery - Gli accordi di Camp David e il sequestro degli statunitensi a Teheran

Da ex presidente si è impegnato nella difesa dei diritti umani e nella soluzione dei conflitti attraverso la fondazione che porta il suo nome. Un’attività che nel 2002 gli valse il Nobel per la pace.

La moglie, Rosalynn Smith, è scomparsa il 19 novembre del 2023, a 96 anni, dopo oltre 77 anni di matrimonio, il più lungo nella storia presidenziale americana. La coppia ha avuto quattro figli.

I paradossi di Jimmy Carter

di Massimiliano Herber, corrispondente da Washington

Il presidente più longevo sebbene sia rimasto in carica solo quattro anni. Un presidente etichettato come debole e pessimista sebbene anni dopo la sua partenza dalla Casa Bianca abbia dimostrato indomite capacità politiche, portando avanti battaglie anche scomode, e una contagiosa e genuina umanità, anche nell’affrontare la malattia. Sono solo alcuni dei paradossi di Jimmy Carter che tanto velocemente seppe rappresentare il "nuovo", quanto altrettanto presto venne mandato in pensione come un "perdente".

Jimmy Carter sarà ricordato per la disastrosa gestione della presa degli ostaggi americani a Teheran, il boicottaggio delle Olimpiadi di Mosca e la recessione economica che caratterizzò il suo quadriennio alla Casa Bianca; ma nell’America in bilico tra la sfiducia del post Vietnam e Watergate e gli anni del Reaganismo spensierato, Carter ebbe il coraggio di parlare anche di una ferita più profonda nella società americana. Un "malessere" disse, una crisi di fiducia strisciante che puntava l’indice alle politiche liberal e alla crescita delle burocrazie governative, una crepa nel sogno americano che oggi, a quarant’anni di quel discorso alla nazione dell’estate del 1979, pare ancora più evidente e più che mai attuale.

Correlati

Ti potrebbe interessare