Dalla Catalogna si guarda anche alla Svizzera per trovare una soluzione alla crisi che continua a dividere Barcellona da Madrid. Già a inizio anno rappresentanti di entrambe le parti si erano incontrati con Dick Marty, per capire il funzionamento dell’Assemblea intergiurassiana (AIJ) - da lui presieduta - la quale ha avuto un ruolo importante per risolvere l’annosa questione del Giura bernese.
Del resto, il modello messo in atto 23 anni fa è stato osservato con molto interesse dall’estero. Dalle dodici alle quindici delegazioni provenienti da Stati diversi hanno avuto colloqui con l'ex consigliere agli Stati, incuriositi dall’AIJ e dal suo funzionamento.
Tuttavia, costituire in Spagna un organismo ricalcato su questo modello potrebbe essere utile, ma anche “di difficile applicazione”, spiega Marty, da noi contattato.
Le condizioni di partenza sono innanzitutto diverse. Nel caso elvetico si era di fronte ad una diatriba tra cantoni, nella quale Berna “è sempre stata discreta” mentre in Spagna l’autorità centrale è parte del conflitto. “C’è una sorta di ‘ego’ molto forte e nessuno vuole perderci la faccia”, specifica il presidente dell’Assemblea.
Madrid e Barcellona “si sono impuntate” e non vogliono trovare una soluzione vantaggiosa per entrambe. La Confederazione, invece, vanta una cultura del compromesso consolidata. L’AIJ, che si scioglierà a fine anno, è formata per metà da rappresentanti del canton Giura e per metà da quelli del canton Berna, “ed entrambi hanno sempre accettato le decisioni prese”, così come la volontà popolare. Oltre ai membri c’è una presidenza neutra ed esterna, che il Governo spagnolo difficilmente accetterebbe.
“Arrivare a questo punto, ha puntualizzato Marty, presuppone una cultura democratica che in Spagna ancora non c’è”. Il paese iberico, infine, non ha mai fatto una vera e propria elaborazione della storia recente, segnata dalla guerra civile e dal franchismo. Questo rappresenta una “grossa ombra” nel dibattito attuale, afferma l’ex procuratore.
Mancano dunque le premesse per creare una piattaforma di incontro che, sebbene diversa dall’Assemblea intergiurassiana, potrebbe servire per intavolare un dialogo. Per contro, una sorta di consulenza esterna, come il ruolo che ha la Svizzera in Mozambico ad esempio, potrebbe, per Marty, “essere una buona alternativa”.
sulma