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Referendum, legge invalidata

Catalogna: nuova sentenza della Corte costituzionale; proteste contro gli arresti dei leader indipendentisti

  • 17 ottobre 2017, 17:22
  • 23 novembre, 03:56
La tensione continua a salire

La tensione continua a salire

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La Corte costituzionale spagnola ha invalidato martedì la legge adottata dal Governo catalano per indire il referendum sull’indipendenza regionale. La norma era già stata sospesa in settembre, ma l’Esecutivo di Barcellona aveva deciso di organizzare stesso la consultazione popolare lo scorso 1° ottobre.

Il presidente regionale, Carles Puigdemont, vorrebbe da parte sua dialogare ed incontrare “al più presto” il primo ministro Mariano Rajoy. Proposta rispedita al mittente, anche se Madrid chiede al leader secessionista di chiarire la sua posizione in merito alla dichiarazione di indipendenza (dopo il “sì” popolare, Puigdemont ha assunto il mandato per procedere alla dichiarazione di indipendenza ma ne ha allo stesso tempo annunciato la sospensione per avviare un dialogo con lo Stato, ndr.).

Il presidente catalano Carles Puigdemont

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Barcellona ha pure condannato gli arresti di lunedì sera di Jordi Sanchez e Jordi Cuixart, definendoli “una vergogna democratica”. “Ciò che non aveva osato fare il franchismo lo ha fatto un tribunale del XXI secolo" ha detto il portavoce del Governo, Jordi Turull: "Due persone innocenti sono state private di libertà da un tribunale incompetente per reati inesistenti".

Nel frattempo, migliaia di persone sono scese per strada a Barcellona e in altre città della Catalogna per protestare contro il la messa in detenzione dei due dirigenti indipendentisti.

La popolazione appare tuttavia divisa in merito all’indipendenza: lo scorso 1° ottobre i "sì" sono stati il 90%, ma solo il 43% dei catalani si sono recati alle urne.

AFP/ludoC

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