L’attacco aereo condotto dall’esercito israeliano in Siria contro postazioni iraniane, nella notte tra mercoledì e giovedì, ha causato almeno 23 vittime, di cui cinque soldati siriani e 18 membri delle forze alleate del regime, anche stranieri. Lo riferisce l'Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus), ONG che ha sede in Gran Bretagna e dispone di una vasta rete di informatori nel paese arabo.
Tel Aviv ha affermato di aver colpito "dozzine di obiettivi della Repubblica islamica" tra i quali cinque batterie antiaeree. La Russia, nel frattempo, ha confermato che Israele ha utilizzato 28 aerei ed ha lanciato su alcune postazioni presenti nella regione almeno 70 missili, molti dei quali sarebbero stati abbattuti. "Respingendo l'attacco di Israele – ha riferito Mosca - le unità siriane hanno distrutto più della metà dei razzi".
Truppe israeliane nel Golan
Abbiamo stabilito dei contatti con tutte le parti coinvolte, chiedendo a tutti moderazione" - ha indicato, giovedì alle agenzie di stampa russe, il viceministro russo degli affari esteri
Mikhail Bogdanov, aggiungendo: "Certamente, questa situazione suscita preoccupazione."
Questi attacchi sono avvenuti all'indomani dell’incontro a Mosca tra Vladimir Putin e Benjamin Netanyahu. Riferendosi al contesto in Medio Oriente, il presidente russo ne aveva sottolineato "la gravità" e aveva dichiarato volere "cercare delle soluzioni" con il premier israeliano dopo il ritiro degli Stati Uniti dall'accordo sul nucleare iraniano.
Intanto, il gabinetto di sicurezza israeliano è stato convocato per giovedì pomeriggio come hanno riferito i media locali.
ATS/AnP