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Bangladesh, la Corte Suprema attenua il sistema delle assunzioni

Reintrodotto recentemente dal Governo per gli incarichi nella funzione pubblica, il metodo è all’origine delle sanguinose proteste di piazza

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Polizia ed esercito sorvegliano la situazione

Polizia ed esercito sorvegliano la situazione

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Di: ATS/AFP/Swing

La Corte Suprema del Bangladesh ha ridimensionato il controverso sistema di quote di assunzione nella funzione pubblica. I giudici, nella loro decisione di oggi, domenica, non hanno però abolito del tutto il sistema (reintrodotto lo scorso mese di giugno) che è all’origine degli scontri di piazza delle ultime settimane che hanno coinvolto tutto il Paese e ha causato la morte di oltre 150 persone.

Quella che era iniziata come una protesta contro il sistema di assunzioni nel settore pubblico, sistema accusato di favorire le persone vicino al Governo, è sfociata negli ultimi giorni in una protesta contro il Governo stesso della premier Sheikh Hasina (al potere da 15 anni) con la richiesta da parte degli studenti delle dimissioni dell’Esecutivo e in sanguinosi scontri con le forze dell’ordine. Polizia ed esercito, anche oggi, stanno pattugliando diverse città, compresa la capitale Dacca, mente resta in vigore il coprifuoco.

La Corte Suprema avrebbe dovuto pronunciarsi solo ad agosto sulla legalità del programma recentemente reintrodotto che riserva più della metà dei posti di lavoro pubblici a candidati selezionati, ma ha anticipato il verdetto visto l’intensificarsi delle violenze tra studenti (principalmente) e forze dell’ordine.

La Corte ha anche chiesto agli studenti in protesta “di tornare in classe” dopo aver emesso il verdetto, cosa che gli studenti stessi hanno già dichiarato di non voler fare ma di voler continuare la battaglia contro un sistema e contro l’Esecutivo ,che (dopo la sentenza della Corte) riserva il 7% (prima il 56%) dei posti di lavoro pubblici a specifiche persone.

Riviste al ribasso anche le altre percentuali di posti “riservati”. Il 5% (dal precedente 30) è riservato ai figli dei “combattenti per la libertà” della guerra di liberazione del Bangladesh contro il Pakistan nel 1971, che i manifestanti accusano di essere vicino al partito di Governo e di beneficiare di privilegi ingiustificati. L’1% ciascuno va alle comunità tribali e alle persone con disabilità o che si identificano in un terzo genere secondo la legge del Bangladesh. Il restante degli impieghi sarà ora assegnato in base al merito, ha stabilito la Corte.

Bangladesh, i disordini continuano

Telegiornale 20.07.2024, 20:00

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