Il Messico si è aggiunto nelle ultime ore a Stati Uniti, Canada e Brasile che, a loro volta, si sono allineati agli oltre 40 paesi che avevano già deciso il blocco dei Boeing 737 MAX. Mercoledì il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ordinato alle compagnie americane di sospenderne l’uso, dopo l'incidente in Etiopia costato la vita a 157 persone. Allo stato attuale i 737 MAX in servizio in tutto il mondo sono 387.
Il blocco all'impiego di questo particolare modello rischia di incidere negativamente sui conti del costruttore Boeing. Questa e altre questioni sono state poste dall'RG a Gianni Dragoni, giornalista al Sole 24 Ore ed esperto di industria dell'aviazione. "In effetti, spiega quindi Dragoni, il danno economico vi è già stato con un forte ribasso in Borsa. Il danno effettivo però è al momento difficile da stimare per il futuro. Tanto dipenderà da quanto durerà il blocco a terra di questo tipo di velivolo che rappresenta, per Boeing, una parte importante del suo portafoglio acquisti visto che si parla di circa 5'000 esemplari del 737 MAX tra quelli già forniti e quelli prenotati. Bisognerà quindi capire se il problema potrà essere risolto rapidamente o meno". Sarà quindi fondamentale rassicurare il mercato al fine da mantenere le ordinazioni e i contratti d’acquisto. “Sarà decisivo, aggiunge Dragoni, per l’azienda statunitense, che la compagnia possa dimostrare che tutte le certificazioni siano state eseguite correttamente”.
Ma quanto potrebbe approfittare della situazione il rivale Airbus? Ancora Dragoni: “la situazione può aprire degli spazi importanti per Airbus, che potrebbe approfittare per offrire il concorrente diretto del 737 MAX, l’Airbus 320, agli interessati sotto diverse forme magari anche solo per sostituire i velivoli Made in USA attualmente bloccati a terra”.
RG/Swing