Sono ben 79 i Paesi che si sono mobilitati contro le sanzioni imposte dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump alla Corte penale internazionale (CPI). Tra i firmatari, che sottolineano come le sanzioni USA aumentino il rischio di “impunità” ci sono anche i big della Ue (Germania, Francia, Spagna) e la Gran Bretagna ma non l’Italia (il governo Meloni, scosso dal caso Almasri, non firma. Il comandante della polizia giudiziaria libica, ricercato per crimini di guerra e contro l’umanità - lo ricordiamo - è stato arrestato in Italia ma poi subito scarcerato e portato in Libia addirittura con un volo di Stato italiano).
Nella dichiarazione si criticano le sanzioni USA all’organismo internazionale, sostenendo che “comprometterebbero gravemente tutte le situazioni attualmente sotto inchiesta, poiché la Corte potrebbe dover chiudere i suoi uffici sul campo”, oltre ad “aumentare il rischio di impunità per i crimini più gravi e minacciare di erodere lo stato di diritto internazionale”.
La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, sui canali social ha precisato come il Tribunale dell’Aia garantisca “la responsabilità per i crimini internazionali e dà voce alle vittime in tutto il mondo. Deve poter perseguire liberamente la lotta contro l’impunità globale”.
Il governo italiano, per ora, non ha chiarito il perché non abbia firmato la dichiarazione a difesa della CPI. Al di là della vicinanza alla nuova amministrazione USA, di certo l’episodio piomba in un momento di profondo attrito tra Roma e la Corte dell’Aia, con quest’ultima attaccata pubblicamente dal ministro della Giustizia italiano Carlo Nordio in Parlamento e dal suo collega agli Esteri Antonio Tajani, che ha evocato un’indagine nei confronti della CPI per il suo atteggiamento sul caso Almasri. “Una follia vergognosa”, l’ha definita il Movimento 5 Stelle, laddove Elly Schlein (PD) ha ribadito un concetto già scandito in Aula durante l’informativa di Nordio e Piantedosi: la premier italiana Giorgia “Meloni si è nascosta, deve rispondere politicamente della vicenda”. La mancata firma dell’Italia all’Onu è destinata a gettare altra benzina sul fuoco. “Il governo si è voltato dall’altra parte, è complice dell’attacco di Trump al diritto internazionale”, hanno sottolineato le eurodeputate PD Annalisa Corrado e Cecilia Strada.
ONU, la CPI deve poter lavorare in piena indipendenza
Sul caso è intervenuta anche l’ONU. “La legge penale internazionale è un elemento essenziale per combattere l’impunita’, che è purtroppo diffusa nel mondo odierno. La Corte penale internazionale è il suo elemento essenziale e deve essere autorizzata a lavorare in piena indipendenza”, ha detto un portavoce del Palazzo di Vetro, Farhan Haq, rispondendo a chi gli chiedeva un commento sull’ordine esecutivo di Trump che impone sanzioni alla CPI.
Dal canto suo, il primo ministro olandese Dick Schoof ha detto che il suo Paese cercherà di garantire che la CPI, con sede all’Aia, possa continuare a funzionare nonostante le sanzioni statunitensi annunciate. “Naturalmente, come Paese ospitante abbiamo la responsabilità di garantire il funzionamento senza ostacoli della corte penale in ogni momento. E continueremo a farlo”, ha detto Schoof.
Perché Trump ha imposto sanzioni contro la CPI
Giovedì sera Trump ha firmato un ordine esecutivo che impone sanzioni alla Corte penale internazionale, accusata di “intraprendere azioni illegali e senza fondamento contro l’America e il nostro stretto alleato Israele”. Il testo, messo a punto dalla Casa Bianca, vieta l’ingresso negli USA a dirigenti, dipendenti e agenti della CPI, nonché ai loro familiari più stretti e a chiunque si ritenga abbia assistito il lavoro investigativo della CPI. Il decreto prevede anche il congelamento di tutti i beni detenuti negli USA da queste stesse persone. La decisione di Trump fa diretto riferimento alle indagini della CPI su presunti crimini di guerra commessi da soldati USA in Afghanistan e da soldati israeliani nella Striscia di Gaza. Lo scorso novembre lo stesso organismo ha emesso mandati d’arresto nei confronti, tra gli altri, del premier israeliano Benjamin Netanyahu e dell’ex ministro della difesa Yoav Gallant.
Sanzioni alla CPI, l'opinione dell'esperto
Telegiornale 07.02.2025, 20:00
Mattarella critica l'amministrazione Trump
Telegiornale 07.02.2025, 20:00
Trump firma un ordine esecutivo contro la Corte penale internazionale
Telegiornale 07.02.2025, 12:30
Giorgia Meloni nella bufera
Telegiornale 06.02.2025, 20:00
Caso Almasri: Meloni indagata per favoreggiamento e peculato
Telegiornale 28.01.2025, 20:00