Incontri ravvicinati tra apparecchi militari statunitensi e russi nei cieli del Mar Nero. Il ministero della Difesa di Mosca ha dichiarato sabato di aver “intercettato e respinto un drone USA che si avvicinava al proprio confine”. A sbarrare la strada al Reaper statunitense sarebbe stato un caccia. “L’equipaggio del SU-30 ha identificato il bersaglio aereo come un drone da ricognizione MQ-9A Reaper dell’US Air Force”, ha detto il ministero, aggiungendo che “mentre il caccia russo si avvicinava, il drone da ricognizione straniero ha fatto inversione e si è allontanato dal confine”.
Lo scorso marzo un drone americano dello stesso tipo si era schiantato nel Mar Nero dopo essere stato colpito all’elica dal contatto con un caccia russo. Un incidente che aveva fatto volare parole grosse tra Mosca e Washington.
I porti russi diventano "a rischio di guerra"
Sebbene questo tipo di incidenti che coinvolgono velivoli russi e occidentali non siano rari, sia nel Mar Nero sia nel Mar Baltico, l'intercettazione aerea odierna contribuisce ad alzare ulteriormente la tensione dopo l’attacco con droni ucraini, nelle prime ore di sabato, alla petroliera russa attraccata nello stretto di Kerch, punto strategico che collega la Crimea alla Russia.
Sempre sabato, l’Agenzia ucraina per la navigazione e i servizi idrografici, in un comunicato sul proprio sito, ha avvertito che sei porti russi sul Mar Nero sono da considerarsi “zone a rischio di guerra”. I porti minacciati da possibili attacchi sono quelli di Anapa, Novorossiisk, Guélendjik, Touapsé, Sotchi e Taman.
Da parte sua la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha condannato fermamente quello che considera “un attacco terroristico” ucraino contro una delle sue navi commerciali nello stretto di Kerch, aggiungendo che Mosca risponderà e punirà con forza i responsabili.
A Gedda un summit che sonda la pace
Nel frattempo è iniziato sabato pomeriggio a Gedda, in Arabia Saudita, il summit tra i consiglieri politici e diplomatici di oltre trenta Paesi sulla formula per mettere in campo un negoziato nella guerra in Ucraina. Alla riunione partecipano i Paesi del G7, i Paesi europei e le istituzioni UE, e i Paesi BRICS. A Gedda è arrivato anche l'inviato della Cina per gli Affari euroasiatici, Li Hui. La Russia non è stata invitata.
Sul tavolo si parte dalla formula di dieci punti proposta per la pace dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky. "Mi aspetto colloqui difficili ma di successo perché tra di noi c'è la verità", ha spiegato Andriy Yermak, capo dell'ufficio del presidente Zelensky, che rappresenterà Kiev alla riunione. "La formula di pace del presidente Zelensky è il modo per porre fine alla guerra. Questo obiettivo potrebbe essere raggiunto implementando punti specifici che andranno a beneficio di tutte le altre nazioni e della sicurezza globale", ha aggiunto Yermak.
Probabilmente non ci sarà una dichiarazione finale dopo l'incontro. L'obiettivo, secondo il governo di Riad, è uno "scambio di opinioni e prospettive".
La Svizzera non presente, ma osserva "con attenzione"
La Svizzera non prende parte al vertice in Arabia Saudita. Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha spiegato all'agenzia Keystone-ATS che l'incontro di Gedda è una continuazione di quello di Copenaghen, e nemmeno in quell'occasione la Confederazione era presente.
Il DFAE ha sottolineato che accoglie positivamente lo svolgimento di simili vertici, molto importanti per cercare una via d'uscita pacifica dal conflitto. La Svizzera segue i lavori "con attenzione" e rimane in contatto con le autorità ucraina.
Ucraina, colpita una petroliera russa
Telegiornale 05.08.2023, 12:30