Papa Francesco ha dimesso dallo stato clericale (o ridotto allo stato laicale, secondo la vecchia definizione) due vescovi cileni accusati di abusi: Francisco José Cox Huneeus, arcivescovo emerito di La Serena, e Marco Antonio Ordenes Fernandez, vescovo emerito di Iquique.
La decisione, adottata giovedì, non ammette appello ed è la più severa che la Chiesa possa adottare nei confronti di membri del clero, che perdono così incarichi e diritti, dignità e compiti ecclesiastici. È stata annunciata dopo un incontro con il presidente del paese Sebastian Piñera.
"La Congregazione per la Dottrina della Fede ha già informato le parti interessate, tramite i loro rispettivi superiori. Francisco José Cox Huneeus continuerà a far parte dell'Istituto dei Padri di Schoenstatt" conclude la nota vaticana.
Una vicenda che fa discutere
La questione degli abusi nella Chiesa cilena tiene banco da mesi, sono 167 (di cui 96 preti) le persone su cui si indaga. Papa Bergoglio durante il suo viaggio in America latina quest'anno aveva incontrato delle vittime ma si era anche attirato critiche per aver difeso un altro vescovo, quello di di Osorno Juan Barros, sospettato di aver nascosto le malefatte di padre Fernando Karadima, condannato in Vaticano nel 2011 e costretto a ritirarsi a una vita di penitenza. Aveva poi ammesso "errori di valutazione" una volta letto il rapporto di inchiesta commissionato a monsignor Scicluna. In maggio tutta la conferenza episcopale cilena aveva rimesso il proprio mandato nelle mani del pontefice. Una decina di dimissioni (su 34) era stata accettata da Francesco.