Israele ha lanciato nuovi attacchi sulla Striscia di Gaza alle prime luci di oggi, domenica, in un momento in cui i leader israeliani stanno affrontando una crescente pressione per negoziare e ottenere il rilascio degli ostaggi rapiti da Hamas.
I parenti degli ostaggi hanno infatti lanciato ripetuti appelli al Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu per raggiungere un accordo sul rilascio dei prigionieri, dopo che l’esercito ha ammesso di aver ucciso “per errore” tre di loro nel territorio palestinese. I tre ostaggi uccisi facevano parte delle circa 250 persone catturate nell’attacco lanciato da Hamas in territorio israeliano il 7 ottobre, che ha finora provocato 1’140 morti, secondo gli ultimi dati forniti dalle autorità israeliane.
Almeno 12 persone sono state uccise domenica in attacchi israeliani contro la città di Deir al-Balah, nel centro di Gaza, ha annunciato il Ministero della Sanità di Hamas. Testimoni hanno anche riferito di un bombardamento israeliano sulla città meridionale di Bani Suheila.
Scambio di ostaggi
“La nostra richiesta non è una lotta (contro il Governo). È un appello che chiunque farebbe se si trattasse di suo padre. Prendeteci in considerazione e fate un piano ora (per la negoziazione)“, ha dichiarato Noam Perry, figlia dell’ostaggio Haim Perry, durante la manifestazione che le famiglie dei prigionieri hanno organizzato ieri, sabato, a Tel Aviv. Finora circa 100 israeliani e stranieri catturati da Hamas sono stati liberati in cambio di 240 prigionieri palestinesi durante la tregua di una settimana il mese scorso, mediata dal Qatar.
Il Primo Ministro israeliano ha invece dichiarato che “la pressione militare è necessaria sia per la restituzione degli ostaggi sia per assicurare la vittoria sui nostri nemici”. Ma Benjamin Netanyahu ha anche confermato che il Qatar sta facendo sforzi diplomatici per ottenere il rilascio di altri ostaggi. Tuttavia, in un messaggio su Telegram, Hamas ha dichiarato di essere “contrario a qualsiasi negoziazione sullo scambio di prigionieri fino a quando l’aggressione contro il nostro popolo non cesserà completamente”.
Pressioni internazionali
Negli ultimi giorni, l’amministrazione statunitense ha esortato le autorità israeliane a passare a una fase meno intensa delle operazioni a Gaza, per proteggere meglio i civili, mentre il capo dell’intelligence israeliana (il Mossad), David Barnea, ha incontrato il primo ministro del Qatar, Mohammed ben Abdelrahmane Al-Thani, che aveva contribuito a negoziare la precedente tregua, secondo il sito web di notizie Axios. Anche il capo della diplomazia francese, Catherine Colonna, dovrebbe visitare Israele e la Cisgiordania in giornata, poi la ministra dovrebbe recarsi, domani, in Libano, mentre il suo ministero, ieri, ha condannato un bombardamento israeliano nella Striscia di Gaza che ha causato la morte di un suo agente. In campo anche il responsabile della diplomazia britannica, David Cameron, e il suo omologo tedesco, Annalena Baerbock, che hanno chiesto “un cessate il fuoco duraturo”, il più rapidamente possibile, in un articolo congiunto pubblicato sul Sunday Times.
Le preoccupazioni dell’ONU
I bombardamenti israeliani hanno lasciato gran parte del territorio in rovina e le Nazioni Unite stimano che 1,9 milioni di abitanti della Striscia siano stati sfollati a causa della guerra. Questa settimana, le Nazioni Unite hanno avvertito che la fame e la disperazione che spingono i residenti a impossessarsi degli aiuti umanitari potrebbero portare a una “rottura dell’ordine civile”. Le Nazioni Unite, infine hanno segnalato un “prolungato blackout delle comunicazioni” a Gaza da giovedì sera, che è continuato nelle ultime 48 ore.
Traffico interrotto nel Mar Rosso
La guerra continua ad aumentare le tensioni in tutta la regione, complici anche gli attacchi israeliani contro gli hezbollah in Libano sostenuti dall’Iran. A risentire del conflitto anche il traffico marittimo nel Mar Rosso. In seguito agli attacchi dei ribelli Houthi in Yemen, presentati come ritorsione per la guerra tra Israele e Hamas, diversi giganti del trasporto marittimo mondiale hanno annunciato che avrebbero bloccato il passaggio delle loro navi attraverso questo passaggio commerciale fondamentale.
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