Gli scontri tra i manifestanti che presidiavano l’ingresso dei collegi elettorali e la polizia spagnola alla ricerca delle urne, equamente divisa tra Guardia Civil e Policia Nacional, si sono convertiti nella cartolina della giornata in cui i catalani erano chiamati a decidere sul proprio futuro politico.
Tralasciando il bilancio finale dei feriti, il Governo catalano parla di 844 persone che hanno dovuto fare ricorso alle cure sanitarie, i fatti di domenica sanciscono soprattutto il fallimento della Costituzione del 1978. La Spagna delle regioni autonome, del pluralismo linguistico e delle storture economiche, che vede i Paesi Baschi e la Navarra godere di benefici fiscali ad hoc a differenza delle altre regioni, è chiamata a fare un passo in avanti, partorendo un nuovo modello di Stato che garantisca una soluzione alle tensioni indipendentiste che dal 2010 infiammano la Catalogna.
Stando agli ultimi sondaggi, la percentuale di indipendentisti non superava il 45%, un dato nettamente inferiore rispetto all’80% dei catalani favorevoli alla sola celebrazione del referendum. In molti, dopo le violenze di domenica, hanno cambiato opinione, come mi ha confessato anche una signora di origini andaluse, trapiantata in Catalogna da oltre 30 anni, al margine dell’intervento della Guardia Civil nel collegio elettorale dove avrebbe dovuto votare il presidente Puigdemont.
Tra poche ore potrebbe arrivare la dichiarazione di indipendenza della Catalogna, secondo quanto previsto dalla legge sul referendum in caso di vittoria del “sì”. Una secessione assolutamente illegale in termini di legge, che rappresenterebbe un punto di non ritorno nella relazione tra Madrid e Barcellona. Fino ad ora le istituzioni europee si sono mantenute ai margini della questione catalana, ribadendone il carattere di problematica interna alla Spagna ed appoggiando la visione costituzionalista del premier Mariano Rajoy.
Un’Europa probabilmente spaventata dall’effetto domino che una Catalogna indipendente avrebbe nel resto del Vecchio continente, ancora scosso dagli effetti della Brexit inglese, ma che è chiamata ad intervenire, adesso, per aiutare le parti in causa a trovare una via d’uscita al conflitto in corso. Il più grave in Spagna dal ritorno della democrazia.
Mario Magarò