È andata perduta quest'anno la produzione di almeno 400 milioni di chili di grano nei terreni allagati dell'Emilia Romagna, dove si ottiene circa 1/3 del grano tenero nazionale. Anche il raccolto della frutta sarà compromesso per i prossimi quattro o cinque anni perché l'acqua rimasta nei frutteti ha soffocato le radici degli alberi fino a farle marcire con la necessità di espiantare e poi reimpiantare intere piantagioni.
È quanto emerge da un primo monitoraggio della Coldiretti sui danni provocati dall'alluvione che ha devastato oltre 5mila aziende agricole e allevamenti in Romagna, una delle aree più agricole del Paese con una produzione lorda vendibile di circa 1,5 miliardi di euro all'anno.
A questo si aggiungono i danni alle strutture, rileva Coldiretti, come gli impianti dei frutteti, le serre, gli edifici rurali, le stalle, i macchinari e le attrezzature perse senza contare la necessità di bonificare i terreni e ripristinare la viabilità nelle aree rurali dove si moltiplicano frane e smottamenti.
Le alluvioni in Emilia Romagna
Telegiornale 20.05.2023, 12:30
Una decimazione dei raccolti, che, avverte la Coldiretti, "rischia di pesare fortemente sui bilanci delle aziende ma anche sull'approvvigionamento nazionale di grano in un momento di grandi tensioni internazionali".
Consistente anche la produzione di mais, orzo, girasole, soia, erba medica e molto rilevanti dal punto di vista economico sono le colture da seme per cereali, bietole, girasole, erba medica ed ortaggi con migliaia di ettari coltivati completamente coperti dal fango.
Sott'acqua anche ulivi e vigne che sono stati anche travolti dalle frane nelle aree collinari dove diffusa è l'attività di allevamento in forte crisi per le difficoltà a garantire acqua e cibo agli animali isolati per le interruzioni nel sistema viario.