Il Parlamento francese, dopo nove giorni di accesi dibattiti, ha concluso venerdì la prima lettura del disegno di legge di riforma delle pensioni senza voto e nella confusione. Le discussioni, terminate a mezzanotte in punto come prevede la Costituzione, proseguiranno dal 28 febbraio in Senato. Durante la sessione è stata inoltre bocciata una mozione di censura, presentata dal Rassemblement National e promossa da Marine Le Pen, che ha raccolto solo 89 voti.
Misura chiave del secondo mandato quinquennale di Emmanuel Macron, la riforma punta ad innalzare lo stacco dal lavoro a 64 anni, è contestata da oppositori di destra e di sinistra e ha provocato cinque giorni di scioperi e manifestazioni in tutto il Paese. L'ultima, sabato scorso, ha coinvolto quasi un milione di persone in diverse città. Se l’Esecutivo e il Parlamento “rimarranno sordi” davanti alle mobilitazioni, i sindacati si sono detti pronti ad “indurire il movimento” e a “paralizzare il Paese il 7 marzo”.
Il dibattito sta inoltre causando spaccature all'interno della maggioranza presidenziale, che ha bisogno del sostegno dei parlamentari del partito dei Repubblicani per approvare il testo. In Parlamento, questa riforma ha dato vita a quasi nove giorni di dibattiti epici, tra mozioni d'ordine e sospensioni, sulla questione del finanziamento del sistema pensionistico, e la sinistra ha presentato diverse migliaia di emendamenti.