Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite venerdì ha bocciato una risoluzione che chiedeva un immediato cessate il fuoco a Gaza come parte di un accordo per la liberazione degli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas. Al testo è stato interposto il veto di Cina e Russia, membri permanenti, che hanno votato contro la proposta di Washington.
La risoluzione chiedeva un “cessate il fuoco immediato e prolungato” della durata di circa sei settimane, in modo da proteggere i civili e consentire la fornitura di assistenza umanitaria.
L’ambasciatore russo presso le Nazioni Unite, Vassily Nebenzia, ha dichiarato che la risoluzione è stata estremamente politicizzata e che conteneva un vero e proprio via libera a Israele per organizzare un’operazione militare a Rafah.
Da parte sua l’ambasciatrice americana all’ONU Linda Thomas-Greenfield ha affermato che “ci sono due ragioni profondamente ciniche dietro questo veto: primo Russia e Cina non vogliono condannare Hamas per gli attacchi del 7 ottobre. Inoltre, semplicemente, non vogliono vedere adottato un testo elaborato dagli Stati Uniti”.
Peraltro, Washington stessa per tre volte dal 7 ottobre ha messo il veto a risoluzioni riguardanti la crisi a Gaza.
Netanyahu: “Operazione a Rafah anche senza appoggio USA”
A questo proposito, sempre oggi (venerdì), il primo ministro Benjamin Netanyahu ha dichiarato che Israele rimane determinato a inviare truppe nella città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, dove si rifugiano più di 1 milione di palestinesi, e che lo farà senza l’appoggio degli Stati Uniti, se necessario.
Netanyahu ha dichiarato in un comunicato di aver detto al segretario di Stato americano in visita Antony Blinken che non c’è modo di sconfiggere il movimento islamista Hamas senza entrare a Rafah. “E gli ho detto che spero che lo faremo con il sostegno degli Stati Uniti, ma se necessario lo faremo anche da soli”, ha affermato.
Israele annette altre terre palestinesi
E proprio mentre Blinken arrivava in Israele, l’amministrazione dello Stato ebraico ha dato il via libera alla trasformazione di 800 ettari di Cisgiordania in territorio israeliano. Vi troveranno posto nuovi coloni. Secondo l’ONG Peace Now è la maggiore annessione dalla firma degli accordi di Oslo nel 1993, oltre che una violazione del diritto internazionale.
Gaza, Blinken annuncia risoluzione ONU per un cessate il fuoco
Telegiornale 21.03.2024, 20:00