Condanne unanimi a Israele da Arabia Saudita, Egitto e Giordania, che domenica hanno criticato la decisione di Netanyahu di bloccare l’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, definendola una “punizione collettiva” e una “flagrante violazione” dell’accordo di tregua.
Il Ministero degli Esteri del Cairo ha accusato Israele di usare la fame come arma contro il popolo palestinese, mentre la Giordania ha avvertito del rischio di un’escalation nei territori palestinesi. Riyadh ha inoltre sottolineato la catastrofe umanitaria in corso a Gaza e ha chiesto alla comunità internazionale di intervenire per garantire l’accesso agli aiuti.
Domenica, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ordinato la sospensione di tutti gli ingressi di merci e rifornimenti nella Striscia di Gaza, compresi cibo e medicinali. Ha giustificato la decisione con il rifiuto di Hamas di accettare un compromesso americano, che prevedeva un’estensione della prima fase durante il Ramadan e la Pasqua ebraica, fino a metà aprile, per facilitare il rilascio degli ostaggi detenuti da Hamas.
Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Brian Hughes, ha invece espresso sostegno alla decisione di Israele, affermando che “ha negoziato in buona fede fin dall’inizio di questa amministrazione per garantire il rilascio degli ostaggi. Sosterremo la loro decisione sui prossimi passi, dato che Hamas ha annunciato di non essere più interessato a un cessate il fuoco”
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Scaduta la tregua a Gaza
Telegiornale 02.03.2025, 20:00