Guardando le immagini provenienti dalla Striscia di Gaza, a volte ci si dimentica che alcune cose della quotidianità devono essere garantite anche sotto le bombe. Tra queste c’è anche la possibilità di poter prelevare del denaro da un bancomat. Un’azione che è diventata un serio problema a Gaza sud, dove si sono rifugiati gran parte dei 2,3 milioni abitanti della Striscia e dove la mancanza di contante sta diventando sempre più grave.
A Gaza Nord, invece, sotto le macerie di due filiali della Banca di Palestina, c’erano sepolte 900’000 banconote da 200 shekel, la moneta israeliana usata correntemente anche a Gaza, per un controvalore di 180 milioni di shekel, corrispondenti a circa 44 milioni di franchi svizzeri. L’operazione di recupero è riuscita negli scorsi giorni, con l’aiuto delle Nazioni Unite, l’accordo di Israele e una serie di misure di sicurezza talmente elaborate che al Financial Times, testata che ha riportato la notizia, è stato chiesto di non divulgarle. Il denaro è dunque arrivato a Gaza Sud.
Le banconote sono essenziali per un’economia come quella di Gaza, fortemente dipendente dal denaro contante, e si fanno enormi sforzi per mantenere attivi i bancomat sotto gli intensi bombardamenti. A volte gli impiegati delle banche riempiono le loro macchine private di denaro contante, visto che i furgoni blindati non sono più disponibili per riempire i distributori ancora attivi. E attualmente, secondo quanto riferisce il Financial Times, ci sono solo sei bancomat della Banca di Palestina attivi tra il centro e il sud di Gaza.
A Gaza operazioni umanitarie "impossibili"
Telegiornale 08.12.2023, 12:30
Continuano i combattimenti a Gaza
Telegiornale 07.12.2023, 20:00