In seguito al raid israeliano alla periferia di Beirut (che ha ucciso, tra gli altri, Saleh al Arouri, il numero due di Hamas), il movimento sciita libanese filoiraniano Hezbollah ha affermato che “l’assassinio” di Saleh al Arouri “non resterà impunito” e ha definito quanto accaduto “un’aggressione contro il Libano, il suo popolo, la sua sicurezza, sovranità e resistenza”.
“Noi Hezbollah affermiamo che questo crimine non rimarrà senza risposta né impunito”, ha scritto il gruppo in una nota. “Consideriamo il crimine di assassinare lo sceicco Saleh al Arouri... nel cuore del sobborgo meridionale di Beirut come un grave attacco al Libano... e uno sviluppo pericoloso nel corso della guerra”, si legge ancora nella dichiarazione.
Intanto il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, in un discorso televisivo dopo l’uccisione del suo numero due, Saleh al Arouri, ha dichiarato che “un movimento i cui leader e fondatori cadono come martiri per la dignità del nostro popolo e della nostra nazione non sarà mai sconfitto”. “È la storia della resistenza e del movimento che, dopo l’assassinio dei suoi leader, diventa ancora più forte e determinato”, ha aggiunto.
Sono 7 i membri di Hamas uccisi nell’attacco, ha reso noto Haniyeh, tra cui due comandanti delle Brigate al Qassam, l’ala armata del movimento.
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