Saleh al Arouri, il vicecapo dell’ufficio politico di Hamas, è stato ucciso oggi, martedì, in un’incursione sferrata dalle forze israeliane a Beirut.
Al Arouri (a sinistra) con il capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh
È quanto hanno dichiarato all’agenzia AFP due responsabili della sicurezza libanese. Stando a uno di loro, il “numero due” del movimento estremista palestinese è morto insieme alle sue guardie del corpo. Le vittime in tutto sarebbero quattro. L’attacco, effettuato a quanto sembra con un drone, ha preso di mira l’ufficio di Hamas situato al secondo piano di un edificio nella periferia meridionale della capitale libanese, una roccaforte degli Hezbollah filoiraniani. I media legati agli stessi Hezbollah e ad Hamas hanno confermato “l’assassinio” dell’alto dirigente, fra i fondatori del braccio armato del gruppo islamico, le Brigate al Qassam, e responsabile delle operazioni in Cisgiordania.
Il premier libanese ha denunciato “un crimine israeliano” commesso sul territorio del suo Paese. Contattato dall’agenzia Reuters, l’esercito d’Israele non ha per ora commentato la notizia. L’eventualità di un’operazione a Beirut era però già stata evocata nei giorni scorsi dal ministro della difesa Yoav Gallant. Che al Arouri fosse un possibile bersaglio era inoltre noto da tempo: il premier israeliano Benyamin Netanyahu lo aveva minacciato apertamente già prima degli attacchi del 7 ottobre che hanno scatenato l’attuale offensiva nella Striscia di Gaza.
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