Una ventina di dirigenti mondiali partecipano da martedì a giovedì a Kazan, grande città sul Volga a circa 800 chilometri da Mosca, a quello che il Cremlino definisce “il più grande evento diplomatico mai organizzato in Russia”, il vertice dei BRICS. Un’occasione per Vladimir Putin per dimostrare che il suo Paese non è isolato dopo due anni e mezzo di guerra in Ucraina, durante i quali ha rafforzato le alleanze con i principali nemici degli Stati Uniti: Cina, Iran e Corea del Nord.
Moschea e cattedrale una accanto all'altra nel Cremlino di Kazan
Sono rappresentati non solo i membri originari (Russia, Cina, India e Brasile presenti dal 2009, il Sudafrica aggiuntosi nel 2010), ma anche i quattro nuovi aderenti all’organizzazione volta a promuovere un mondo multipolare - il già citato Iran, Etiopia, Emirati Arabi ed Egitto - e altri. Vladimir Putin è atteso da una maratona di una quindicina di incontri bilaterali in tre giorni, a cominciare da quello con l’omologo cinese Xi Jinping e con il premier indiano Narendra Modi. Mercoledì sarà la volta del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, il cui Paese - sebbene membro della NATO - ha chiesto di far parte anche dei BRICS, e di quello iraniano Massud Pezeshkian. Atteso anche il faccia a faccia di giovedì con il segretario generale dell’ONU Antonio Guterres, il primo dall’aprile del 2022. Parteciperà solo in videoconferenza il brasiliano Luiz Inacio “Lula” da Silva, vittima di un incidente domestico in cui si è ferito alla testa. L’assenza del principe saudita Mohammed bin Salman ha alimentato speculazioni su disaccordi fra i due pesi massimi della produzione energetica mondiale.
Putin si esprimerà inoltre in conferenza stampa giovedì al termine dei lavori, che saranno incentrati sui due grandi conflitti in atto nel mondo, quello in Medio Oriente e quello in Ucraina, oltre che sull’elaborazione di un futuro sistema di pagamenti internazionale alternativo allo SWIFT, dal quale le banche russe sono state escluse.