“Manteniamo la convocazione al referendum del primo ottobre per difendere la democrazia di fronte ad un regime repressivo ed intimidatorio”, ha affermato il presidente della regione catalana Carles Puigdemont mercoledì mattina dopo l’arresto di dodici ministri ed il sequestro del materiale di voto per il referendum sull’autodeterminazione.
"Il Governo ha de facto sospeso l’autonomia della Catalogna e imposto uno stato d’emergenza”, ha aggiunto poi, accusando Mariano Rajoy di “totalitarismo” e di violazione dei “diritti fondamentali”.
Da parte sua il premier spagnolo ha dichiarato che la risposta di Madrid “non poteva essere diversa da quella decisa”. Molte le critiche: “È una vergogna”, ha affermato il presidente di Podemos Pablo Iglesias. “Tolga le sue sporche mani dalla Catalogna”, rincara il presidente della Sinistra Repubblicana.
“È uno scandalo democratico”, afferma il sindaco di Barcellona Ada Colau, alle prese da alcune ore con manifestazioni di protesta che si stanno tenendo in centro città.
ANSA/Bleff