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In Europa cresce la reazione agli attacchi di Musk

Il premier britannico Starmer ha accusato il miliardario di spacciare “menzogne e disinformazione”. Il presidente francese Macron imputa al magnate di sostenere “un’internazionale reazionaria”

  • 6 gennaio, 18:47
  • 6 gennaio, 19:19
Elon Musk

Elon Musk

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Di: AFP/M. Ang 

Lunedì diversi leader europei hanno levato la loro voce contro Elon Musk di fronte alle crescenti ingerenze del miliardario nella politica europea e lo hanno accusato di spacciare “menzogne e disinformazione” e di sostenere “un’internazionale reazionaria”.

Il primo ministro britannico Keir Starmer, uno dei bersagli preferiti di Musk nelle ultime settimane, ha denunciato “coloro che diffondono menzogne e disinformazione” dopo diversi giorni di messaggi del miliardario pubblicati su X (l’ex Twitter, ora diventato di sua proprietà) nei quali attaccava la gestione da parte delle autorità di un caso di pedofilia in Inghilterra e sosteneva un attivista di estrema destra. Elon Musk, dal canto suo, ha risposto, accusando il leader laburista di essere “assolutamente spregevole”. Musk ha anche descritto il governo laburista britannico come uno “Stato di polizia tirannico” per aver perseguito coloro che hanno fomentato la violenza sui social network durante le rivolte della scorsa estate.

Allo stesso tempo il presidente francese Emmanuel Macron ha deplorato il fatto che l’uomo più ricco del pianeta sostenga “un’internazionale reazionaria” in Europa. “Dieci anni fa, se qualcuno ci avesse detto che il proprietario di uno dei più grandi social network del mondo avrebbe sostenuto una nuova internazionale reazionaria e sarebbe intervenuto direttamente nelle elezioni, anche in Germania, chi l’avrebbe immaginato?”, ha detto Macron in un discorso agli ambasciatori francesi. Si riferiva al forte sostegno del miliardario americano al partito tedesco di estrema destra AfD, in particolare in un articolo pubblicato sul quotidiano Die Welt nel pieno della campagna per le elezioni anticipate.

Il tono è in contrasto con il periodo in cui i leader europei lottavano per accattivarsi i favori dell’uomo d’affari, sperando di ospitare una futura fabbrica Tesla e lodando il genio visionario del fondatore di SpaceX.

Da quando si è impegnato politicamente a favore del presidente eletto USA Donald Trump e ha svolto un ruolo di primo piano nella sua campagna elettorale, Musk ha mostrato un crescente sostegno ai rappresentanti dell’estrema destra in Germania e nel Regno Unito. Questi sfoghi, spesso pubblicati sul suo social network X, sono diventati fonte di preoccupazione per alcuni leader mondiali in un momento in cui questi movimenti stanno guadagnando terreno in molti Paesi, spinti in particolare dalle preoccupazioni sull’immigrazione. Inoltre, mettono alcuni di loro in una posizione scomoda, a pochi giorni dal ritorno di Trump alla Casa Bianca, dove ha affidato a Musk la missione di ridurre la spesa pubblica. Un’eccezione tra i principali Paesi europei è rappresentata dalla premier italiana Giorgia Meloni. La presidente del Consiglio ha definito Musk un “genio” e uno “straordinario innovatore” in un’intervista rilasciata venerdì al Corriere della Sera.

In Germania, il cancelliere Olaf Scholz ha condannato sabato le dichiarazioni di Musk, che lo aveva definito un “folle” e un “pazzo incompetente”, prima di descrivere come un “tiranno” il presidente della Repubblica Federale tedesca, Frank-Walter Steinmeier. Nell’intervista rilasciata alla rivista Stern, il cancelliere socialdemocratico ha tuttavia affermato che è necessario “mantenere la calma” di fronte all’iperattivo uomo d’affari. “Il presidente tedesco non è un tiranno antidemocratico e la Germania è una democrazia forte e stabile, indipendentemente da ciò che dice Musk”, ha sottolineato Scholz. Ma il suo vicecancelliere e ministro dell’Economia, l’ecologista Robert Habeck, ha dichiarato nel fine settimana che “la combinazione di enormi ricchezze, controllo delle informazioni e delle reti, uso dell’intelligenza artificiale e volontà di ignorare le regole è un attacco frontale alla nostra democrazia”.

Anche in Norvegia il primo ministro Jonas Gahr Støre ha espresso la sua preoccupazione lunedì, dichiarando alla radio pubblica NRK: è “preoccupante che un uomo con un considerevole accesso ai social network e notevoli risorse economiche sia così direttamente coinvolto negli affari interni di altri Paesi”.

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