Il numero dei morti e feriti militari della guerra in Ucraina resta un segreto, probabilmente il segreto meglio custodito di tutti. “Questo è un dato altamente classificato da parte di entrambi i contendenti. I numeri non li sapremo mai – spiega ai microfoni della RSI Pietro Batacchi, direttore della Rivista Italiana Difesa (RID) -. Possiamo fare stime, possiamo immaginare un ordine di grandezza, ma ripeto, forse è il dato più classificato che esista, considerando anche il tipo di guerra. Un conflitto ad alta intensità, di lunga durata, che consuma tante risorse umane e materiali per entrambi i contendenti”.
Dopo oltre 18 mesi di sanguinosi combattimenti le stime variano (e di molto). Il dato più eclatante lo ha messo nero su bianco, il 18 agosto 2023, il New York Times: il numero totale di soldati ucraini e russi, uccisi o feriti dall'inizio della guerra, si avvicina a 500'000, scrive il quotidiano statunitense, citando funzionari USA. In dettaglio, le perdite militari russe si avvicinano a 300’000 (si parla di casualties, persone ferite o uccise n.d.r.), numero che comprende 120'000 morti e 170’000/180'000 feriti. Sul fronte ucraino le perdite militari si avvicinano invece a 190'000 (di cui 70'000 morti e 100'000/120'000 feriti).
Numeri, quelli del NYT, che secondo Pietro Batacchi “possono essere ragionevoli”. “Tenga conto che nel novembre 2022 alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, scappò detto che i morti ucraini erano 100’000. L'Unione europea fece poi una mezza smentita, dissero che lei forse si riferiva alle casualties in generale... Noi, come Rivista Italiana Difesa, abbiamo fatto una stima che già diversi mesi fa parlava di più di 100’000 morti per gli ucraini e più o meno altrettanti per i russi, forse qualcosa meno”.
Altri funzionari statunitensi affermano che il numero di soldati ucraini morti potrebbe essere inferiore a 70’000. Nella primavera 2023 - è sempre il NYT a scriverlo - documenti trapelati dal Pentagono parlavano di 189'500/223'000 perdite russe (tra cui fino a 43'000 morti in azione), mentre un altro file rivelava che l’Ucraina aveva registrato perdite di 124'500/131'000 soldati (tra cui fino a 17’000 morti in azione). In precedenza, nel novembre 2022, il generale Mark A. Milley aveva dichiarato che erano rimasti “uccisi o feriti più di 100’000 soldati da entrambe le parti”, (ma anche in questo caso altre fonti avevano sostenuto, non in modo ufficiale, che i numeri fossero più vicini a 120'000 morti e feriti). Numeri che evidentemente sono cresciuti (e di molto) durante l’inverno e la primavera, tra le altre, con la furiosa battaglia nella città di Bakhmut.
Ma perché questa divergenza così grande nelle stime? I funzionari USA - scrive il NYT - la spiegano con la tendenza di Mosca a sottostimare il numero delle sue vittime militari e con il fatto che Kiev non fornisca le cifre ufficiali (neppure a Washington, che sostiene l’Ucraina militarmente ed economicamente). Inoltre i servizi segreti statunitensi hanno ovviamente dedicato molto più tempo e risorse a cercare di capire l’ammontare delle perdite inflitte ai russi, piuttosto che quelle subite dagli ucraini, non fosse altro per capire meglio l’efficacia sul campo dell’offensiva ucraina.
Reportage tra i soldati ucraini in battaglia
Telegiornale 06.08.2023, 20:00
Fanti sui blindati e fuoco di artiglieria: ma l'Ucraina non sfonda
E questo apre una serie di riflessioni delicate. Gli analisti sottolineano innanzitutto come gli ucraini non siano riusciti a utilizzare fino in fondo le “combined arms maneuvers” (manovre ad armi combinate) – rapidi affondi con i fanti, trasportati dai blindati, sotto la contemporanea copertura del fitto fuoco dell’artiglieria - (capacità che invece la propaganda russa vorrebbe attribuirsi, con video celebrativi delle proprie truppe d’assalto postati sui social).
“Il problema della controffensiva ucraina è che ha poco supporto dell'aviazione, in quel settore c'è una superiorità russa. E quindi si gioca molto sull’artiglieria, sulla difesa statica (quindi campi minati) e sulle piccole azioni di fanteria, sul fuoco in profondità e sul massiccio uso dei droni. La guerra moderna, la guerra del futuro va in questa direzione. Una guerra dove probabilmente non vedremo più lo scontro diretto tra carri (come lo immaginavamo prima, come l'abbiamo visto anche nel 1973 nella guerra dello Yom Kippur). Nella guerra in Ucraina i carri vengono principalmente usati in supporto alla fanteria (come obici semoventi), come l'artiglieria e quant'altro”, sottolinea Batacchi.
E i russi? “Loro hanno pagato lo scotto nel 2022 nell’offensiva su Kiev, in cui hanno pagato un prezzo molto alto, perché gli ucraini godevano della superiorità informativa, del supporto di intelligence della NATO. Vedevano prima, colpivano prima e avevano una tattica, soprattutto nei più bassi livelli del comando, migliore rispetto ai russi. Infatti, da quel momento, le azioni russe sono state completamente diverse”, dice Batacchi.
Perché stinger e javelin non fanno più la differenza
I russi hanno cambiato tattica anche per contrastare stinger e javelin, i lanciarazzi a spalla di ultima generazione, forniti dall’Occidente a Kiev. “Il concetto è molto semplice. Nelle prime fasi della guerra gli elicotteri russi volavano molto più vicini e più prossimi alla minaccia degli stinger, poi nel corso della guerra l'industria russa ha cominciato a produrre in maniera più significativa e consistente missili guidati a lungo raggio (di 10 km), che consentono agli elicotteri di rimanere fuori dalla portata dei missili portatili in dotazione agli ucraini”, spiega Batacchi.
Pietro Batacchi
In 14 giorni distrutti o danneggiati il 20% degli armamenti occidentali
Impantanati nei campi minati russi, sotto i bombardamenti degli invasori, i generali ucraini hanno ripiegato sulla tattica classica, risparmiare i soldati in favore di bombardamenti con artiglieria e missili. Tattica che però fa temere ai funzionari USA per le scorte di munizioni - scrive il NYT -. Di più. È in gioco anche la capacità di rifornire Kiev con nuovi armamenti. Secondo le stime USA e UE, infatti, solo nelle prime due settimane dell’offensiva Ucraina sono stati distrutti o danneggiati ben il 20% degli armamenti occidentali forniti all’Ucraina (tra questi carri armati e mezzi corazzati).
La guerra di propaganda
La guerra in Ucraina è (anche) una guerra di propaganda. “Il numero di morti e feriti militari è un numero manipolabile, è chiaramente un numero che può essere utilizzato dalle propagande di entrambi. È uno strumento di guerra cognitiva. Lo sappiamo. Nessuno vuol dire nulla su questo punto, anzi l'uno parla delle perdite dell'altro e viceversa. Lo Stato Maggiore ucraino, tutti i giorni, fa il conto dei morti russi. Se fosse per lo Stato Maggiore ucraino la guerra sarebbe già finita. E la stessa cosa vale per i russi”, spiega il direttore di RID.
Non si salvano dal fronte neppure i sieropositivi e le persone con problemi mentali
“Oggi possiamo vedere che, come si poteva immaginare e come abbiamo scritto anche noi su RID, la controffensiva Ucraina si sta rivelando molto, molto onerosa e molto dispendiosa. Questo costringe gli ucraini a reclutare nuove risorse umane, ma stanno evidentemente incontrando difficoltà. Come abbiamo scritto stamani (venerdì) nell’articolo sul nostro sito dal titolo: “Ucraina, il peso della controffensiva e i problemi della mobilitazione”, gli ucraini stanno dando la caccia a 80’000 concittadini che sono scappati in Polonia e che sono di fatto renitenti alla leva. Stanno cercando di fare un accordo con la Polonia per farseli rimandare, evidentemente per mandarli al fronte”, dice Batacchi. “Non solo, tra l’altro, a partire da agosto la presidenza ucraina ha preso una serie di misure per allargare il bacino dei mobilitabili, comprendendo anche sieropositivi, persone affette da tubercolosi, epatite, altre malattie croniche e persino da alcune tipologie di disturbi mentali o neurologici. Segno che l’attrito sulla controffensiva e stato molto elevato”.
Disertori ucraini in Svizzera
Telegiornale 07.09.2023, 20:00
Più morti in 18 mesi che in 20 anni di Vietnam
Tornando alle perdite di soldati, il NYT cita il fatto che, in appena 18 mesi, i morti militari ucraini “hanno già superato il numero di quelli USA caduti durante i quasi 20 anni di permanenza delle unità statunitensi in Vietnam (circa 58’000)” o (a seconda delle fonti) il numero “di forze di sicurezza afghane uccise durante l'intera guerra in Afghanistan, dal 2001 al 2021 (circa 69’000)”.
“Quelle però erano guerre asimmetriche, soprattutto l'Afghanistan. Il Vietnam fu un conflitto più ibrido, con fasi e momenti simmetrici e altri asimmetrici. Farei piuttosto un confronto con la guerra Iran-Iraq. Stiamo parlando di un conflitto che poi durò 8 anni e che, di fatto, non risolse niente, non spostò i confini”, spiega Batacchi.
Un epilogo, quello sulla prospettiva che non si riusciranno a spostare le linee del fronte da quelle acquisite di recente, prospettato sempre da più analisti anche per la guerra in Ucraina.
Dalla TV