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Il Niger taglia i ponti con la Francia

Niamey mette fine agli accordi militari e ritira quattro ambasciatori, fra cui anche quello a Washington - Senza esito la missione diplomatica dell'ECOWAS, il cui ultimatum scade fra due giorni

  • 4 agosto 2023, 10:20
  • 30 agosto 2023, 14:34
Uno degli aerei con cui la Francia ha già riportato in patria una parte dei suoi cittadini

Uno degli aerei con cui la Francia ha già riportato in patria una parte dei suoi cittadini

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Di: ATS/AFP/Reuters/pon

La giunta salita al potere con il golpe in Niger ha annunciato giovedì sera la decisione di mettere fine agli accordi militari con la Francia, l'ex potenza coloniale bersaglio di un forte malcontento. Le intese prevedono in particolare lo stazionamento nel Paese africano di circa 1'500 soldati, inviati per partecipare alla lotta contro i gruppi jihadisti attivi nel Sahel. La replica di Parigi si è fatta attendere solo qualche ora: "Solo il potere legittimo può revocare le intese", secondo il Ministero degli esteri.

Oltre ai francesi, in Niger sono presenti anche soldati italiani, tedeschi e soprattutto statunitensi, 1'100 con una base per i droni. Washington è riluttante al ritiro, in particolare a fronte della crescente influenza russa nell'area, attraverso il gruppo Wagner.

Le nuove autorità di Niamey - che hanno il sostegno dei vicini Mali e Burkina Faso, pure teatri di colpi di Stato militari negli ultimi anni - hanno inoltre annunciato il ritiro degli ambasciatori da quattro Paesi: la stessa Francia, gli Stati Uniti, il Togo e la Nigeria.

Quest'ultimo è il Paese guida della Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale, l'ECOWAS, che ha minacciato di usare la forza per ripristinare la democrazia nigerina. L'ultimatum scade fra due giorni e la giunta di Niamey ha già fatto sapere che risponderebbe a qualsiasi tentativo di aggressione. Una delegazione diplomatica dell'ECOWAS è arrivata giovedì sera in Niger per cercare una soluzione negoziata alla crisi, ma è ripartita dopo poche ore senza aver raggiunto alcun risultato. Non ha incontrato né il generale Abdourahmane Tchiani, l'attuale uomo forte, né il presidente deposto Mohamed Bazoum, che dal canto suo è tornato a chiedere un intervento della comunità internazionale per ripristinare l'ordine costituzionale ed evitare "conseguenze disastrose" per le sanzioni e sospensioni di rapporti commerciali che hanno immediatamente colpito il Niger.

Il colpo di stato in Niger

Telegiornale 02.08.2023, 12:30

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