Reportage

L’Ucraina e i reclutamenti forzati

Servono subito 450-500mila nuovi soldati per compensare morti e feriti, così alcuni reclutatori costringono le persone per strada - Aumentano i casi di corruzione per evitare il fronte - Nuova legge sulla mobilitazione generale

  • 1 gennaio, 06:41
  • 12 settembre, 12:11
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I metodi di reclutamento ucraini

Telegiornale 31.12.2023, 20:00

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Di: Thomas Paggini e Emilio Romeo, con RSI Info 

In questo clima di guerra continua, Kiev ha bisogno di soldati, e per questo il governo ha presentato una nuova legge sulla mobilitazione generale che impone un giro di vite. E non mancano le critiche: nel mirino i casi di corruzione (per evitare il fronte), ma anche le tattiche usate da alcuni uffici di reclutamento per arruolare con la forza chi non può o non vuole combattere.

L’esercito ucraino ha urgente bisogno di soldati. Servono 450-500mila persone per rafforzare le truppe, compensare vittime e feriti, consentire un po’ di rotazione.

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Kiev

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“Quello che vediamo dai sondaggi è che gran parte della popolazione è pronta ad accettare questo sacrificio. L’unica questione è che la gente vuole giustizia sociale, che tutti gli strati della società siano ugualmente coinvolti dalla mobilitazione. Che tutti, indipendentemente dalla ricchezza o dalla posizione, vadano nell’esercito senza esclusione. È soprattutto un dibattito di giustizia sociale“, spiega Petro Burkovskiy, politologo, Democratic Initiatives Foundation Kiev.

Nel mirino delle critiche i casi di corruzione per evitare di andare al fronte, ma anche le tattiche usate da alcuni uffici di reclutamento territoriale per arruolare forzatamente. Tetiana Fefchak lavora lontano da Kiev con altri 30 avvocati e spesso riesce a opporsi a quelle che definisce pratiche anticostituzionali che avvengono fuori dalla capitale. Racconta di persone fermate mentre andavano al lavoro e reclutate a forza in alcuni distretti, nonostante esenzioni o disabilità. “Con la mobilitazione ci sono situazioni che ricordano il Medioevo (per essere blandi), perché non è che le persone vengono prese per strada e portate via a forza in modo legale. Gli uffici territoriali non hanno compiti di mobilitazione, ma di reclutare. Dovrebbero andare dalla gente e convincerla a partire, poi se vuoi arruolarti e a quali condizioni dovrebbe essere una tua scelta”, denuncia Tetiana Fefchak, avvocata.

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Bohdan Yavorsky

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Bohdan Yavorsky per esempio ha scelto di partire, fino a due settimane fa era dronista nella regione di Zaporizha. “Sono d’accordo con la mobilitazione, non ci sono abbastanza soldati. In alcune unità la mancanza di personale è critica. Ma i metodi dovrebbero essere diversi. Dovrebbero fare campagna, convincere, non costringere. Nei paesi civili si fa così. Poi bisogna pensare alla reputazione delle forze armate, io porto un’uniforme, e a volte la gente mi guarda con sospetto, pensano che io sia un reclutatore. C’è bisogno di mobilitare, ma le persone devono venire volontariamente, non sotto minaccia, altrimenti sarebbero guerrieri deboli”, dice Bohdan Yavorsky, 72a brigata. Bohdan racconta che al fronte si impara a convivere con la paura, dice che l’Ucraina non può aspettare, ma non nasconde che in questi giorni di festa, per lui, la priorità è godersi finalmente la sua famiglia.

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Da Kiev Thomas Paggini

Telegiornale 31.12.2023, 20:00

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