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L’ombrello USA su Kiev: “IS l’unico responsabile”

La vice presidente Kamala Harris insiste nell’escludere che l’Ucraina sia in qualche modo coinvolta nella strage al Crocus City Hall, come invece continua a sostenere il Cremlino

  • 24 marzo, 19:49
  • 26 marzo, 14:55
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Sospetti terroristi dell'attacco al Crocus City Hall interrogati dalla polizia a Mosca

  • Reuters
Di: ATS/RSI INFO 

“Non c’è nessuna prova che dietro l’attacco a Mosca ci sia l’Ucraina”. Attraverso le parole della vice presidente Kamala Harris e del Consiglio per la sicurezza nazionale americana gli Stati Uniti insistono nell’escludere che Kiev sia in qualche modo coinvolta nella strage al Crocus City Hall, come invece continua a sostenere il Cremlino. Allo stesso tempo, nonostante gli allarmi anti-terrorismo ignorati da Vladimir Putin, la Casa Bianca ha teso una mano alla Russia nella lotta contro il terrorismo jihadista, “nemico comune”.

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Putin accende una candela per le vittime dell'attentato di Mosca

  • Reuters

“Quello che sappiamo per certo è che l’unico responsabile dell’attentato è l’IS-K”, ha affermato la numero due di Biden in un’intervista a ABC news ribadendo il concetto espresso poche ore prima dalla portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale, Adrienne Watson. “L’IS è l’unico responsabile di questo attacco, non c’è stato alcun coinvolgimento dell’Ucraina. In nessun modo”, ha dichiarato la funzionaria della Casa Bianca in un post su X. Subito dopo la strage, un altro portavoce del consiglio, John Kirby, si era affrettato a escludere che l’Ucraina avesse avuto un qualche ruolo nel massacro al concerto e a sottolineare che Washington “non ha mai incoraggiato” le forze di Volodymyr Zelensky a colpire in territorio russo “né le ha mai aiutate a farlo”.

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Pesanti bombardamenti in Ucraina

Telegiornale 24.03.2024, 12:30

Il Consiglio per la sicurezza nazionale americana ha anche ribadito che Washington aveva avvertito il Cremlino di un rischio imminente. “All’inizio di questo mese, il governo degli Stati Uniti aveva informazioni su un piano per un attentato terroristico a Mosca, potenzialmente mirato contro grandi raduni, come i concerti”. Questo, ha ricordato Watson, “ha spinto il Dipartimento di Stato a emettere un’allerta rivolta agli americani in Russia e condividere queste informazioni con le autorità russe in conformità con la nostra politica di lunga data del ‘dovere di avvisare’”. Su questo punto il botta e risposta tra le due super potenze non è destinato a scemare, nonostante il ramoscello d’olivo offerto dall’amministrazione americana che ha sottolineato come la collaborazione nella lotta al terrorismo islamico, “che deve essere sconfitto ovunque nel mondo”, non viene meno a prescindere dagli altri scenari.

L’ambasciatore russo a Washington ha, infatti, seccamente smentito di aver ricevuto una comunicazione dall’amministrazione Biden su un possibile attacco. “Non abbiamo ricevuto alcuna notifica o messaggio in anticipo”, ha dichiarato Anatoly Antonov all’agenzia russa Ria Novosti aggiungendo di “non aver avuto contatti né con la Casa Bianca né con il Dipartimento di Stato su questo tema”. Non solo, l’ambasciatore ha accusato il presidente americano di aver interrotto la collaborazione con la Russia nella guerra contro i terroristi nonostante dopo l’11 settembre del 2001 “Vladimir Putin sia stato il primo a tendere la mano agli americani e a dichiararsi pronto a fornire aiuto. “I contatti tra Stati Uniti e Federazione Russa nella lotta al terrorismo sono stati distrutti non per colpa di Mosca”.

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