Il Ministero degli esteri israeliano ha convocato oggi, lunedì, l'ambasciatore russo a Tel Aviv per chiedere "chiarimenti" in seguito alle dichiarazioni ritenute "inaccettabili" fatte domenica sera dal ministro degli esteri di Mosca, Sergei Lavrov. Intervistato a Zona Bianca su Rete 4, il capo della diplomazia del Cremlino ha alluso ad origini ebraiche di Adolf Hitler, quando gli è stato chiesto come la Russia possa parlare di "denazificazione" dell'Ucraina quando a Kiev governa un presidente di origine ebraica, Volodymyr Zelensky. Ha quindi ribadito che l'Ucraina si serve anche di truppe, come il battaglione Azov, "con la svastica tatuata sulla pelle".
Dall'inizio della guerra, Israele nonostante le ripetute richieste da parte di Zelensky non si è schierato apertamente, mantenendo una posizione di difficile equilibrio che si può spiegare con almeno due elementi: da una parte la presenza di una forte comunità di origine russa e allo stesso tempo di un gran numero di ebrei che ancora vive in Russia e dall'altra gli interessi strategici regionali. Mosca è alleata del presidente siriano Bashar el Assad ma di fatto consente attualmente a Israele di colpire regolarmente obiettivi in Siria.
Per quanto riguarda il proseguimento del conflitto, Lavrov ha poi sostenuto che la Russia non mira a un rovesciamento delle autorità ucraine ma solo a creare le garanzie per la propria sicurezza e che il ritmo delle operazioni dipende dalla sicurezza dei civili e dei militari russi e non verrà adeguato - come ipotizzato da alcuni analisti - con il solo scopo di arrivare a una conclusione entro il 9 maggio, giorno della festa della vittoria sul nazismo.
Sulle sanzioni, Lavrov ha detto che l'Europa deve pagare il gas in rubli perché con le sanzioni ha rubato alla Russia le sue riserve in dollari e euro.
RG 07.00 del 02.05.2022 Lavrov su Rete 4
RSI Info 02.05.2022, 12:58
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