Un’operazione “mirata e limitata” per salvare gli ostaggi detenuti da Hamas. Così l’esercito israeliano ha descritto, giovedì, l’intervento militare nella più grande struttura ospedaliera della Striscia di Gaza, l’ospedale Nasser di Khan Younis che, dall’inizio dei combattimenti, ha accolto migliaia di civili in fuga dalla guerra. Attualmente Israele non ha chiarito se sia riuscito a trovare gli ostaggi.
Il raid, avvenuto due giorni dopo che le forze di difesa israeliane avevano ordinato l’evacuazione dell’ospedale, è stato eseguito con l’impiego di forze speciali. L’esercito sostiene di aver ricevuto “informazioni credibili” circa la presenza di ostaggi.
Secondo quanto riporta il New York Times (NYT), il portavoce del ministero della Sanità di Gaza, Ashraf al-Qudra, ha affermato che l’esercito israeliano ha assaltato con forza l’ospedale. Stando al portavoce, le forze israeliane hanno demolito il muro meridionale del complesso, invadendo la zona riservata alle ambulanze e un’area adibita agli sfollati. Sempre secondo il NYT, Ashraf al-Qudra segnala anche l’uccisione di un paziente e il ferimento di svariati altri. Le forze israeliane non hanno commentato.
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Telegiornale 15.02.2024, 20:00
L’ultimo rifugio: Rafah
Gli sfollati, che sono fuggiti dall’ospedale in risposta all’ordine di sfollamento, si trovano ora costretti a dirigersi a Rafah, punta meridionale della Striscia. Attualmente nella città a ridosso dell’Egitto si trovano circa 1,4 milioni di persone, più della metà della popolazione di Gaza.
In una nota diffusa giovedì, Medici senza frontiere ha parlato di un “paesaggio apocalittico” dove i bombardamenti “fanno parte della vita quotidiana”. Bombardamenti che, secondo il Ministero della Sanità di Hamas, hanno ucciso 87 persone nelle ultime 24 ore.
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