Le testimonianze da Los Angeles in fiamme: “Situazione devastante”

Continua l’emergenza incendi a Los Angeles. Un’altra giornata di venti forti attende l’intera area metropolitana. Ieri il presidente statunitense Joe Biden ha assicurato l’invio di rinforzi e sbloccato i fondi federali necessari sia nell’immediato, che per la ricostruzione, ma passeranno ancora dei giorni prima di poter uscire dall’emergenza.

In California vivono anche molti svizzeri, come il locarnese Amos Sussigan, che si trova a Los Angeles da 16 anni ed è attualmente il direttore artistico per la sezione dell’animazione per la Warner Brothers, la nota casa di produzione cinematografica i cui studi sono stati chiusi proprio a causa degli incendi.

“Io attualmente mi trovo a Burbank vicino agli Studios e non sono in pericolo”, racconta Sussigan al Radiogiornale della RSI. “Ma siamo in zona di evacuazione e chiaramente il vento porta il fumo anche qui. Attualmente ci è stato chiesto di tenerci pronti: di preparare uno zainetto con le cose più essenziali, come i documenti. E di scaricare un’applicazione che ci aggiorna costantemente sia sugli sviluppi dei vari focolai che sui venti. Ora, essendo noi al centro dei vari focolai, il fuoco potrebbe essere portato dal vento da ogni parte. Ma i pompieri stanno lavorando duramente per fare in modo che la gente non debba più evacuare”.

Sussigan è tornato a Los Angeles lunedì, dopo aver passato un mese di vacanze natalizie in Svizzera. “Partendo - racconta ancora al Radiogiornale - non c’era nessuna indicazione sul fatto che ci fossero questi incendi e questi venti. E anche durante il volo il capitano inizialmente non ci ha dato nessuna informazione particolare, ha solo detto che Los Angeles era soleggiata e un po’ ventosa”.

“Chiaramente - prosegue - tutto è diventato più chiaro quando abbiamo sorvolato l’aeroporto di Los Angeles e non siamo potuti atterrare. L’aereo ha dovuto fare una curva e abbiamo visto la costa avvolta nelle fiamme. Poi siamo finalmente atterrati ed è iniziata l’odissea per cercare di tornare a casa. Di solito ci metto 45 minuti, stavolta invece il viaggio è durato 3 ore. Il traffico era completamente fermo. I venti erano fortissimi. C’erano detriti che volavano da tutte le parti. E ad un certo punto improvvisamente si sono anche spente tutte le luci dei lampioni e dei semafori. A casa mia invece, sorprendentemente, l’elettricità c’era ancora”.

Sette gli incendi attivi, 10 al momento le vittime accertate, oltre 10’000 complessivamente gli edifici inabitabili o distrutti, sia commerciali che residenziali. Le scena è apocalittica, tanta la paura.

“Non sono riuscito a dormire molto. La situazione è devastante, fa veramente paura, purtroppo”. Racconta al Telegiornale della RSI il ticinese Randy Danner, autista e guardia del corpo per clienti VIP che vive a Los Angeles dall’inizio degli anni ‘90. “Sono in ansia per il futuro di questa città. Questo di sicuro non è un buon inizio per il 2025”. “Abbiamo avuto tanti problemi e la città è sempre riuscita a riprendersi, ma questo incendio è davvero devastante: ci vorranno anni per rimettersi al 100% e non so se tutti vorranno tornare e ricostruire quello che è andato distrutto”.

Finora almeno 180’000 persone sono state sottoposte a ordini di evacuazione e gli incendi hanno bruciato un’area di circa 117 chilometri quadrati, più o meno la dimensione di San Francisco. Ed il tutto è avvenuto ad una velocità che nessuno si aspettava.

Un altro testimone oculare dell’incendio è Jacopo Moschin, fotografo di moda, che abita a West Hollywood: “Attorno a casa mia - racconta al Telegiornale della RSI - l’aria è irrespirabile. C’è puzza di bruciato ovunque. E nuvoloni neri. Diversi miei amici sono stati allontanati, altri hanno perso la casa. L’arrivo del fuoco è stato molto rapido nella Palisades, nessuno se lo aspettava. Negli ultimi anni ci sono stati tanti incendi, anche più estesi di questo, ma questo per la città è decisamente il più distruttivo”.