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Meglio la pace dell'Apocalisse

Papa Francesco a Fatima per canonizzare due dei tre pastorelli ai quali apparve la Vergine Maria

  • 12 maggio 2017, 17:13
  • 23 novembre, 05:43
01:13

La partenza di Papa Francesco per Fatima (EBU)

RSI Info 12.05.2017, 17:08

Papa Francesco fa tappa a Santa Maria Maggiore, basilica romana, prima e dopo ogni suo viaggio. Il tempo di soffermarsi davanti all'effige della Vergine Maria e via, verso un nuovo appuntamento, in un Paese lontano o tra le insidie delle mura vaticane. Oggi e domani Francesco è in visita in una delle capitali mariane, Fatima, Portogallo profondo, che nessuno saprebbe additare sulle carte geografiche se non fosse per la visione di tre piccoli pastori, esattamente cento anni fa. Dissero di avere visto la Vergine Maria, e di avere ricevuto visioni particolari. La Chiesa cattolica ha creduto loro, e a cento anni di distanza due di loro, Giacinta e Francisco, diventano santi.

Per la Chiesa di Bergoglio, Fatima è molto importante. In tempi di disillusione e di calo pronunciato dei credenti, i santuari mariani come Fatima o Lourdes - ma anche Medjugorie, non riconosciuta ufficialmente - restano i bastioni della fede popolare, sentita. La crisi, se c'è, non si sente, o almeno è attutita dalle migliaia di pellegrini che ogni giorno varcano le porte del Santuario in atto di devozione. Quella cittadina portoghese è - passateci l'espressione - la linea Maginot del cattolicesimo.

A Lourdes, Papa Francesco non è ancora sbarcato. La Francia, per ora, aspetta. Medjugorie vive in un limbo, ci sono vescovi e cardinali che vorrebbero fosse stralciata dalla mappa delle apparizioni riconosciute. Con la Vergine di Fatima, Francesco sembra avere un feeling speciale, da sempre. Forse perché le visioni dei tre pastorelli si inserivano nel clima plumbeo tra le due guerre mondiali, e ricordano al mondo odierno che c'è ancora molto da fare in termini di pace.

Dire Fatima vuol dire anche parlare dei suoi segreti, il terzo in particolare. Se i Papi non si fossero - per quarant'anni - passati di mano il testo contenuto in una busta, senza farne parola, quella visione di un Vescovo vestito di bianco e di un nugolo di credenti martirizzati, probabilmente non sarebbe diventata l'enigma più famoso del Novecento. La Chiesa tenne strenuamente il segreto. E forse fu incauta, dando voce ai complottismi più disparati. Oggi, a 17 anni dallo svelamento del contenuto, il terzo segreto evoca ancora l'Apocalisse, un olocausto nucleare. O magari, come pensano certi ambienti conservatori, la crisi della fede a cui Francesco, con le sue posizioni aperte non sarebbe estraneo. Bergoglio, da par suo, preferisce andare a Fatima a parlare di pace. Non di Apocalisse.

Bruno Boccaletti

Dal TG20:

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