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Nevada, la corsa all’oro bianco

Sorgerà qui la più grande miniera di litio degli USA, usato nelle batterie delle auto elettriche. Ma gli ambientalisti protestano. Il nostro reportage

  • 18 maggio 2021, 23:12
  • 15 novembre, 15:29
Di: Emiliano Bos, corrispondente RSI dagli Stati Uniti 

Pendii brulli, distese di sagegrass, l’artemisia che prospera in queste vallate aride a metà strada tra Montagne Rocciose e Sierra Nevada. Dopo quattro ore d’auto da Reno, nell’ultimo chilometro il fuoristrada arranca su uno sterrato, ai lati mandrie di mucche e vitelli al pascolo. Qui al Thacker Pass – in uno scenario suggestivo – da quattro mesi sono accampati alcuni ambientalisti. Non vogliono che questo “tesoro della natura”, come mi dice Will Falk, venga devastato da una miniera.

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Will Falk, uno degli attivisti che ha promosso la protesta. E' accampato da 4 mesi in questa zona tra Montagne Rocciose e Sierra Nevada

  • (©RSI/ E.Bos)

E non una miniera qualsiasi. Ma quella che sarà la più grande degli USA. Che hanno un disperato bisogno di litio. Si è scatenata una vera e propria corsa a questo nuovo “oro bianco”, indispensabile per le batterie delle auto elettriche. Wall Street, nell’ultimo anno, ha raccolto 3,5 miliardi di dollari per queste fonti rinnovabili. Gli Stati Uniti dipendono da America Latina e Cina per il litio. Una sudditanza economica che Biden vorrebbe eliminare, o almeno ridurre. In Nevada, esiste un enorme impianto della Tesla che produce batterie per auto elettriche, ma importa il litio dall’estero. Si chiama “Gigafactory”, i suoi capannoni si scorgono appena fuori dalla Statale 80, in una zona industriale a pochi chilometri da Reno.

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La Gigafactory della Tesla alla periferia di Reno, in Nevada. Produce batterie per le auto elettriche

  • (©RSI/ E.Bos)

Il via definitivo alla miniera è arrivato pochissimi giorni prima della fine della presidenza di Donald Trump. Ora nel suo piano di rilancio dell’economia, Joe Biden ha destinato 180 miliardi di dollari alla transizione verso veicoli elettrici. Ne parlerà anche in queste ore, da un impianto della Ford in Michigan. Ma queste vetture sono davvero ecologiche?

“No, questa non una transizione dalle energie fossili. È un’opportunità per guadagnare miliardi di dollari. Chi vuol fare profitto raccontando di salvare il pianeta, dice bugie”. Max Wilbert, attivista, autore e guida ambientale. Venne qui per la prima volta lo scorso ottobre, dopo aver appreso del progetto della società American Lithium, che ha sede in Canada e comprende anche capitale cinese. “Ho sentito il bisogno di attivarmi per proteggere quest’area”, racconta nel piccolo accampamento, che sorge su una terra federale un tempo appartenente alle tribù dei Nativi, anche loro attivi nelle proteste contro la miniera.

“Non si può salvare il pianeta devastando le montagne e inquinando l’acqua. Questa miniera rilascerà nell’atmosfera 150'000 tonnellate all’anno di emissioni inquinanti. Questo non è un progetto ecologico”, aggiunge Max.

Però le batterie al litio inquineranno meno rispetto ai carburanti fossili, su questo non c’è dubbio. Non è forse un compromesso accettabile? No, secondo Will Falk, avvocato, ambientalista e da tempo impegnato in battaglie contro gli idrocarburi. Prestare attenzione solo alle batterie delle auto elettriche non basta: “Tutto il processo qui dipenderà dall’industria dell’energia fossile. Per estrarre il litio, il materiale estratto verrà filtrato attraverso un impianto chimico che usa un acido solforico prodotto nelle raffinerie”.

In dichiarazioni pubbliche, la società proprietaria dei diritti per la miniera afferma di voler rispettare le norme ambientali. Per ora però non ha risposto alle domande specifiche rivolte dalla RSI.

Nel piccolo accampamento al Thacker Pass, al momento della nostra visita, c’erano sette persone, ma durante il fine settimane arrivano a parecchie decine. La protesta è stata promossa da Max Wilbert e Will Falk. Entrambi gli attivisti insistono sulla necessità di cambiare la prospettiva: è necessario – dicono – diminuire la dipendenza dall’uso dell’auto. E dalle tecnologie che per produrre anche energie rinnovabili devastano l’ambiente. “Non basta cambiare cosa c’è dentro il motore dell’auto”, insiste Max Wilbert.

I costi ambientali di questa miniera di litio saranno enormi, mi dice ancora Will Falk.

“Il Nevada è il territorio più arido degli Stati Uniti. La miniera consumerà 6 milioni di metri cubi di acqua all’anno togliendola alla vegetazione, un impatto insostenibili che devasterà l’ambiente dell’artemisia e gli animali che vivono qui”.

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Edward Bartell, un rancher che ha fatto causa alla società mineraria, per tutelare la falda aquifera sotto i suoi terreni

  • (©RSI/ E.Bos)

Tra questi anche le oltre 500 mucche di Edward Bartell, un rancher di Orovada che possiede 400 ettari di terreno in questa zona. Cappello bianco da cow-boy, pizzetto e occhiali, mi accompagna nel suo terreno, distante pochi chilometri dall’accampamento.

Joe Biden dice che le auto elettriche porteranno nuovi impieghi. Per questo rancher, qui porteranno solo problemi. La falda acquifera sotto i terreni di sua proprietà – garantisce il foraggio per i suoi animali. Teme che la miniera possa prosciugarla o limitarla pesantemente. Per questo ha fatto causa all’American Lithium, contestando anche i diritti sull’uso dell’acqua che la società ha acquisito da altri allevatori.

Lo sguardo si allarga su immensi spazi aperti nel punto in cui ci troviamo. Per pompare l’acqua l’azienda costruirà una conduttura di una decina di chilometri. E produrre scarti chimici dall’impianto di estrazione del litio.

Il signor Edward accarezza l’erba. “No, non la tagliamo, cresce in modo naturale e ce la garantisce il buon Dio. Le nostre mucche sono libere di pascolare”. Per la sua famiglia, dice, è fondamentale conservare questa vegetazione. Ma se la miniera viene realizzata, “per noi sarà una devastazione”.

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