L’ormai ex deputato ultraconservatore Matt Gaetz alla Giustizia. L’anchorman di FOX News Pete Hegseth alla Difesa. L’ex deputata democratica Tulsi Gabbard a capo degli 007. Un complottista scettico sui vaccini alla Sanità. Le nomine di Donald Trump – basate più sulla fedeltà personale al futuro commander in chief che su criteri di esperienza e competenza - hanno provocato un terremoto politico a Washington.
Cominciamo da Matt Gaetz. L’opinione quasi unanime è che il quarantaduenne deputato dimissionario della Florida sia una delle persone meno qualificate per ricoprire l’incarico di ministro della giustizia. In primo luogo, perché Gaetz ha sì studiato legge, ma non ha quasi mai esercitato l’avvocatura, essendosi lanciato molto presto in politica.
In secondo luogo, Gaetz si è distinto al Congresso non tanto per la sua saggezza o il suo acume, bensì per essere un agitatore eversivo, un provocatore ultraconservatore. Un anno fa era stato proprio lui a guidare la rivolta di un manipolo di deputati di destra che aveva portato alla rimozione dello speaker della Camera, Kevin McCarthy.
Infine, sul personaggio Matt Gaetz aleggiano pesanti ombre di natura morale, etica e penale: Gaetz è stato oggetto di un’inchiesta del Dipartimento di Giustizia – nonché di una commissione etica della Camera - per presunti rapporti sessuali con prostitute minorenni e per consumo di stupefacenti. Ecco perché la sua nomina ha fatto storcere il naso anche a parecchi repubblicani. Tanto che la sua ratifica da parte del Senato non è affatto scontata.
Ma allora perché Donald Trump ha deciso di puntare su un personaggio così controverso? Beh, perché legando la carriera politica di Gaetz alle sue decisioni Trump si assicura la fedeltà assoluta di un ministro in una posizione chiave per tradurre in pratica la sua vendetta politica. Se confermato dal Senato sarà proprio Matt Gaetz a cancellare tutti i processi federali contro Donald Trump. E sarà sempre Matt Gaetz a poter avviare – su ordine del futuro presidente – l’apertura di inchieste nei confronti degli avversari politici. Ma c’è anche un’altra motivazione dietro una scelta così controversa: Donald Trump, padrone assoluto del suo partito, vuole mettere alla prova la fedeltà di deputati e senatori repubblicani. La sua è dunque una spregiudicata prova di forza.
Un’altra nomina piuttosto clamorosa è quella di Pete Hegseth quale futuro Segretario alla Difesa. Hegseth è un veterano di guerra, certo, ha combattuto in Iraq e in Afghanistan, è un patriota, ma non ha alcuna esperienza di comando.
La sua fama Hegseth la deve al suo ruolo di commentatore politico sul canale conservatore FOX News. È così che nel 2014 ha conosciuto il futuro presidente, è dagli schermi di FOX che Hegseth ha sposato negli ultimi anni l’agenda politica AMERICA FIRST di Donald Trump, assumendo posizioni spesso critiche verso i vertici del Pentagono e talvolta molto controverse, come per esempio la sua contrarietà all’impiego di donne nelle unità di combattimento.
Un po’ come nel caso di Matt Gaetz, l’opinione di molti qui a Washington è che Trump abbia puntato deliberatamente su un profilo debole, una nomina più che altro di facciata, per consentire al presidente e alla Casa Bianca di avere un controllo diretto sul Pentagono.
Infine, Robert Kennedy Junior, nipote di JFK, figlio di Robert ed erede (rinnegato) di una delle più riverite dinastie politiche del Ventesimo secolo. In cambio del suo appoggio a Donald Trump, RFK Jr riceve la guida del Dipartimento della salute e dei servizi umani. Nemico giurato delle lobby farmaceutiche, ex avvocato ambientalista, Kennedy si è fatto conoscere durante la pandemia per la sua indefettibile opposizione ai vaccini anti-Covid. Lui che già in passato aveva abbracciato la bufala senza fondamento scientifico secondo la quale i vaccini provocano l’autismo nei bambini.
Gaetz, Hegseth, Gabbard, RFK Junior: il trionfo della fedeltà al capo e dell’adulazione sulla competenza e sul buon senso. La provocazione di Donald Trump per fare grande l’America.