Un accesso illimitato al Myanmar è stato chiesto martedì dalla Missione internazionale d'inchiesta sulla Birmania del Consiglio ONU. L'obiettivo è quello di poter stabilire in un rapporto "fatti e circostanze" delle violazioni dei diritti umani nel paese, in particolare nello Stato Rakhine.
La leader birmana Aung San Suu Kyi, poco prima, aveva detto di non temere lo "scrutinio internazionale" sulla gestione della crisi dei Rohingya da parte del suo Governo. "Non è intenzione dell'Esecutivo attribuire colpe o evadere le proprie responsabilità. Condanniamo tutte le violazioni dei diritti umani e la violenza contro la legge", aveva aggiunto la leader birmana in un discorso trasmesso dalle televisioni nazionali, il primo da quando è iniziata l'emergenza umanitaria nello stato Rakhine, oltre tre settimane fa.
Da fine agosto oltre 380'000 Rohingya, una minoranza musulmana pesantemente discriminata in Birmania, si sono rifugiati in Bangladesh per sfuggire alle violenze dell'esercito birmano, descritte dall'ONU come "un chiaro caso di pulizia etnica".
ATS/M. Ang.
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RSI Info 19.09.2017, 15:06