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Pace a Gaza, gli USA ci riprovano

Il Segretario di Stato Blinken per la quarta volta nella regione - Nasrallah: guerra al Libano sarebbe una pessima idea - Nuove rivelazioni: Israele sapeva dei piani di Hamas

  • 5 gennaio, 18:02
  • 5 gennaio, 18:42

Notiziario delle 17:00 del 05.01.2024

Notiziario 05.01.2024, 17:30

  • Keystone
Di: Info RSI

Antony Blinken è arrivato a Istanbul per una tournée regionale che lo porterà in cinque paesi arabi oltre che Grecia, Israele e Cisgiordania. E’ il quarto viaggio in Medio Oriente del segretario di Stato americano dall’attacco di Hamas il 7 ottobre scorso. Un attacco che probabilmente era noto, con non pochi particolari, aall’intelligence militare israeliana, lo Shin Bet, almeno stando a uno scoop della televisione israeliana “Canale 12”, che è riuscita a ottenere un documento top secret redatto nell’autunno 2022 dalla divisione Gaza dell’esercito di Israele.

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L’inchiesta non riesce però a rispondere alla domanda chiave: per quale motivo le informazioni raccolte dall’intelligence e sintetizzate nel documento non abbiano spinto ad alzare la guardia. Ancora nell’agosto scorso i vertici militari sostenevano che Hamas fosse intimorito dalla potenza militare di Israele. I giornalisti ipotizzano che alla base ci possa essere un fondo di arroganza che ha portato alla sottovalutazione del nemico: le illazioni erano semplicemente troppo grandi per essere ritenute realistiche. Peraltro nello stesso mondo arabo l’attacco di Hamas ha sorpreso e galvanizzato, facendo andare in pezzi l’immagine di un Israele invincibile, e questo è forse uno dei principali risultati ottenuti.

La risposta all’inchiesta di “Canale 12” è stata quella già data dal governo nelle scorse settimane a chi ha fatto denunce analoghe: “in questo momento, lo Shin Bet è concentrato sui combattimenti. Lo Shin Bet è pronto a condurre indagini approfondite a beneficio dell’apprendimento e in questo quadro tutte le informazioni disponibili saranno esaminate”. 

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Il doppio messaggio di Nasrallah

Hasan Nasrallah è tornato a farsi sentire dicendo, da una parte, che è “ineluttabile” una risposta del suo partito al “crimine” di Israele, ovvero l’uccisione martedì sera del numero due di Hamas, Saleh Arouri, in un raid sulla periferia di Beirut da tutti attribuito a Israele (che non l’ha rivendicato ma nemmeno smentito). Dall’altra che la risposta avverrà sul campo di battaglia e che sarà il partito-milizia sciita libanese a decidere come e quando.

Il segretario generale di Hezbollah ha messo in guardia nuovamente Israele dall’esportare la guerra in Libano: “sarebbe una pessima idea” ha detto, ma ha anche fatto davanti ai suoi un bilancio delle operazioni militari condotte fino a ora al confine Libano-Israele, circa 670, come a voler smentire quanto affermato da alcuni analisti secondo cui, pur sostenendo Hamas, il partito-milizia sciita libanese si sarebbe autolimitato per evitare un’estensione del conflitto a nord.

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Il Libano ha intanto formalmente denunciato davanti al Consiglio di sicurezza dell’ONU il raid israeliano sulla sua capitale che ha ucciso Arouri. Secondo il governo libanese sono stati usati sei missili. Il governo libanese accusa inoltre Israele di utilizzare il suo spazio aereo per bombardare la Siria.

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Manifestazioni nel mondo arabo

Più di quattromila persone sono scese in piazza ad Amman per esprimere solidarietà a Hamas e condanna dell’uccisione di Saleh Arouri. Altre manifestazioni si sono svolte in diverse città arabe e in particolare nello Yemen controllato dagli Houthi.

La televisione del movimento sciita sostenuto dall’Iran ha parlato di “due milioni di persone” in tutte le città, il numero non è stato confermato da altre fonti.

Gaza, l'analisi di Mario Del Pero

Telegiornale 05.01.2024, 12:30

Drone contro basi USA in Iraq del Nord

Un drone ha colpito la base aerea americana al-Harir, nel nord dell’Iraq, non è chiaro se provocando vittime o danni. Lo ha riferito il servizio anti-terrorismo del Kurdistan iracheno. L’azione è stata rivendicata da un gruppo sciita chiamato “Resistenza islamica in Iraq”.

L’attacco è avvenuto all’indomani di un raid USA su Baghdad, la capitale irachena, in cui è stato ucciso un leader della milizia sciita. Dal 7 ottobre si sono intensificati gli attacchi al personale americano di stanza in Iraq e nelle zone curde della Siria. Gli USA accusano l’Iran e i suoi consiglieri nei due paesi e per questo hanno colpito personale militare iraniano, ma senza agire in territorio iraniano.

Medio Oriente, l'analisi di Lorenzo Forlani

Telegiornale 04.01.2024, 20:00

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