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Protezione temporanea per i profughi

L'UE accoglierà anche i cittadini di Paesi terzi in fuga dalla guerra in Ucraina, ma non si tratta di asilo

  • 4 marzo 2022, 08:17
  • 20 novembre, 18:32
01:12

RG 07.00 del 4.03.2022 Il servizio da Bruxelles di Tomas Miglierina

RSI Info 04.03.2022, 08:17

  • keystone
Di: Tomas Miglierina 

I profughi in fuga dall’Ucraina potranno godere della protezione temporanea: uno statuto che consentirà loro di vivere e lavorare per un anno – rinnovabile per un altro anno – sul territorio dell’Unione europea. I ministri degli interni dei 27 si sono messi d’accordo per attivare questo regime (che non è l’asilo), creato nel 2001 dopo l’esperienza della guerra in Kosovo e mai utilizzato prima. Ma la decisione è stata più difficile del previsto.

Cosa fare con i cittadini di Paesi terzi in fuga dalla guerra in Ucraïna: studenti nigeriani, lavoratori indiani o iracheni e le persone che avevano ricevuto asilo da Kiev? Lituania, Polonia, Slovacchia, Romania e Austria erano reticenti a concedere anche a loro la protezione temporanea. Altri, Lussemburgo in testa, si opponevano invece a ogni discriminazione, anche per il pessimo segnale mandato ai Paesi terzi - del tipo: se sono nigeriani si arrangino – e questo proprio quando Bruxelles chiede la collaborazione dei Paesi di origine nel gestire i flussi migratori.

La direttiva per la protezione temporanea è stata approvata ieri dai ministri UE degli interni, riuniti a Bruxelles. Alla riunione ha preso parte anche la consigliera federale Karin Keller-Sutter

La direttiva per la protezione temporanea è stata approvata ieri dai ministri UE degli interni, riuniti a Bruxelles. Alla riunione ha preso parte anche la consigliera federale Karin Keller-Sutter

  • reuters

Alla fine è passato il compromesso proposto dalla presidenza francese: gli ucraini e le persone che nel Paese avevano lo status di rifugiati riceveranno la protezione temporanea. Agli altri si potrà concedere un altro regime nazionale di protezione.

Si tratta peraltro, rispetto ai milioni in fuga, di poche migliaia di persone. Probabilmente la preoccupazione degli Stati titubanti è quella di creare un precedente. Dopotutto sono grossomodo gli stessi Stati contrari a condividere il fardello degli sbarchi in Italia e Grecia. Polonia e Ungheria hanno peraltro seccamente smentito di respingere alle loro frontiere i profughi non ucraini: facciamo entrare tutti, dicono Varsavia e Budapest.

E alla riunione di Bruxelles ha partecipato anche la Svizzera, in quanto associata alla zona Schengen. Il Consiglio federale attiverà per i profughi dall’Ucraïna lo statuto di protezione, un regime simile – ma non identico – a quello dell’Unione europea.

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