Budapest e Varsavia, lunedì, hanno bloccato il bilancio dell'UE e il massiccio piano di ripresa economica e di sostegno ai vari Stati da 750 miliardi di euro, approvato dopo interminabili discussioni dai 27 lo scorso mese di luglio. Una decisione che, secondo gli osservatori, apre una crisi nell'Unione nel bel mezzo della seconda ondata della pandemia di Covid-19.
Ungheria e Polonia hanno posto il veto all'adozione del pacchetto finanziario "non tanto sul bilancio in quanto tale ma per opporsi all'istituzione di un meccanismo per privare i Paesi dell'UE accusati di violare lo Stato di diritto (indipendenza della magistratura, rispetto dei diritti fondamentali) dei fondi UE" hanno spiegato fonti di Bruxelles.
Gli eurodeputati e gli Stati membri dell'UE avevano concordato questo meccanismo all'inizio di novembre, spianando la strada a un compromesso sul bilancio pluriennale dell'UE per il periodo 2021-2027, al quale si appoggia il piano speciale di sostegno necessario per fronteggiare le conseguenze negative della pandemia di coronavirus.
Ora, la ricerca di una soluzione che accontenti tutti si fa particolarmente difficile e la palla passa, già da domani, alla riunione dei ministri degli Affari europei a due giorni dal summit che doveva essere dedicato alle misure anti Covid-19.
ATS/ANSA/AFP/Swing